Verbale incontro coordinamento LMC – Padova, 24-25 settembre 2011

Presenti: Carla e Marta da Padova, Emma (il sabato) ed Eileen (la domenica) da Bologna, Teresa e Donatella da Lecce, Davide e Claudio da Venegono, sr. Giuseppina (rappresentante missionarie comboniane), p. Venanzio Milani (rappresentante missionari comboniani), Tony e Dorotea da Palermo, p. Domenico Guarino (consulente).

 

Hanno avvisato della loro assenza: Modena, Agrigento, Torre Annunziata, Firenze, Rosanna.

 

Sabato inizio ore 11.30

 

Definizione ordine del giorno e organizzazione delle giornate:

 

- valutazione dei risultati dell’Assemblea e piste di lavoro che ne derivano
- ratifica Atti Assemblea, per poi divulgazione
- proposta di Assemblee per zone geografiche
- proposte per strutturare il coordinamento, criteri di partecipazione
- relazione coi laici in missione (organizzativo, economico, percorsi futuri)
- invito dal Mozambico ai progetti Carapira/Maputo

 

Tony riassume la storia del coordinamento: nel maggio 2009 con l’incontro di Firenze abbiamo ripreso i fili di un discorso che dura ormai da più di 30 anni: la storia del laicato comboniano. Sono stati fatti diversi tipi di esperienze e organizzazioni durante il tempo. Diversi modi di collaborare dei laici con la famiglia comboniana. Negli ultimi anni per varie ragioni l’organizzazione dei laici italiani è venuta meno. Dal 2009 dunque si è voluto dare un nuovo inizio ad una rete che metta in collegamento le varie realtà sul territorio italiano in condivisione del comune carisma comboniano e che garantisca l’autonomia, la peculiarità di ogni gruppo territoriale. Si è dunque partiti da un lavoro sull’identità per avere dei dati concreti da cui fondare un nuovo percorso. Per costruire in maniera stabile a piccoli passi. È un voler fare strada insieme. Con il desiderio di voler aggregare chi si riconosce nella vocazione ad essere laici comboniani.

 

A seguito dell’excursus storico sul laicato comboniano si suggerisce che sarebbe interessante uno ‘studio’, una rilettura storica del lungo percorso del laicato comboniano italiano raccogliendo diverse voci.

Pausa pranzo, ore 14.00 ripresa

 

Ripresa degli Atti dell’Assemblea di Firenze:

 

  • far circolare in ogni gruppo locale

  • confezionare il tutto in un unico pdf, con copertina, logo, indice che dia un sommario di tutti i contributi, aggiungere gli autori e una riga che spiega chi è l’autore. Il tutto ben impaginato

  • rendere più leggibile la presentazione di p. Domenico per inserirlo nel libretto pdf

  • nelle presentazioni dei gruppi occorrono due righe che racconti ciascun gruppo, no video su pdf. Inoltre ad ogni gruppo è chiesto di inviare anche la propria presentazione da pubblicare sul sito

  • chiedere conferma della sbobinatura ai relatori

  • nella raccolta perle, togliere il riferimento ai gruppi, renderlo in forma narrativa seguendo sbobinatura

  • inserire alcune foto: invio, patchwork, di gruppo

  • pubblicare sul sito laici comboniani

 

Cosa ci rimane come tracce sul nostro cammino dall’incontro di Firenze?

 

Sr. Giuseppina: 2 contributi sottolineati più volte: 1. Intraprendere un nuovo corso di formazione molto condiviso e allargato per arrivare ad una definizione sempre più chiara di identità comboniana. 2. Un luogo privilegiato perché questa formazione diventi prassi è l’aspetto comunitario. Lì matura l’identità, e cresce la progettualità e l’agire nel territorio.

 

Davide: sensazione di essere in un laboratorio in cui costruire una partecipazione alla pari, di comunità.

 

Tony: un laboratorio in cui sperimentare il consenso che non è mai un qualcosa di statico ma sempre dinamico. Il percorso è lungo ma mi sembra che abbiamo iniziato bene. Ci vogliono strumenti, energie e tempo da spendere in questa direzione, il processo non è spontaneo, va accompagnato.

 

Donatella: molto bello l’intervento di Dotolo e merita di essere approfondito da parte dei gruppi.

 

P. Venanzio: forse troppi contenuti. Per il futuro meno contenuti e più gruppi di studio.

Per quanto riguarda l’aspetto europeo, far in modo che l’Italia entri anche nel movimento europeo. Partecipazione non solo dei laici che sono partiti ma anche di quelli che non sono partiti.

 

Carla: condivido la sorpresa di un bel sentimento di apertura, di laboratorio, di voler costruire insieme. Bella la visione dell’identità come concetto dinamico.

 

Teresa: momento molto importante, mi sento ponte tra passato e futuro; trovarci lì e sentirsi tutti alla pari non è una cosa molto comune, molto importante continuare su questa strada. Nei diversi momenti insieme abbiamo condensato tutto quello che siamo: festa, formazione, preghiera.

 

P. Domenico: Dotolo non è arrivato con la conferenza preparata. È partito dall’ascolto di quello che noi abbiamo tirato fuori. Approccio fondamentale per il futuro.

Gli Atti sono l’unico elemento che ha autorità. Lì c’è quello che siamo. Sono da studiare non da archiviare.

Nel percorso le mete e gli obiettivi saranno sempre parziali. In questo percorso stiamo cercando di avere consenso su alcuni punti che riteniamo fondamentali. Questo coordinamento è di passaggio, un lavoro per portare i laici ad avere una presenza e visibilità più stabili.

Formazione: azione di darsi forma. Non attraverso tempi speciali, ma attraverso la stessa vita. L’Assemblea è parte del cammino. Tutta la vita che deve essere ripresa come formazione in itinere.

Il ‘movimento’ nasce da un bisogno. Dalla base. Ma una volta che viene costituito diventa gerarchico e le istruzioni arrivano dall’alto. Invece il ‘coordinamento’ è portavoce e si lascia sempre interrogare dalla base. Non detta mai cose dall’alto. I gruppi nuovi portano vita a questo sistema. Occorre passare da un governo gerarchico a organico. Da un movimento a un coordinamento. Qui si tratta di mettere insieme vari immaginari. Scommettere sulla diversità degli immaginari come ricchezza.

 

Contributo slideshow di p. Domenico (scarica il pdf).

La missione è decostruzione. Abbandonare vecchi schemi precostituiti.
I freelance non esistono, è la comunità che evangelizza.
La struttura la dobbiamo pensare dentro una dinamica missionaria.
Sarà difficile, ostacoli, dubbi; sarà normale.

 

Coerenza pastorale diverso da coerenza di vita, ognuno davanti a Dio è responsabile della propria vita. In un contesto comunitario occorre partire dalla convergenza pastorale, non mettere il dito nelle incoerenze di ognuno. Occorre partire dal mettere sul tavolo i poveri; se ottengo la convergenza pastorale i poveri mi evangelizzeranno; prima o poi, se sono onesto, mi cambieranno. Nella vita di una comunità si mettono al centro i poveri non le incoerenze che stanno nelle nostre vite.

[ Citazioni: Documento di Puebla. Lettera a Sila (Fausti). ]

 

Nella nostra struttura:
- efficaci attraverso: gratuità, libertà, responsabilità
- piramide al contrario: per prima la base, poi la zona, infine il coordinamento
- la base deve trovare il cammino, e dare le risorse al coordinamento
- per questo percorso dobbiamo avere occhi diversi (troppo abituati ad altri schemi).

 

Per conciliare il percorso delle basi con quello del coordinamento occorre creare consenso su questi punti:

  • pastorale (cosa facciamo)

  • carismatico (quale Comboni)

  • teologico (quale Dio)

- la cellula riproduce in piccolo il meccanismo che poi applica a livello più grande

- cogliere quello che ci unisce per non uniformarci

- un bel fiore non può che essere debole, ma nella sua bellezza ha la sua forza

- partire dalla base aumenta la corresponsabilità e autonomia al gruppo

- bisogna evitare i gruppi edera che hanno bisogno di un fusto per mostrarsi

- il consenso si ottiene anche attraverso la costruzione di un linguaggio comune che permette di capirsi.

 

Tracce di lavoro:

 

  • rivalutare la presentazione dei vari gruppi come fondamento degli Atti del convegno

  • confermiamo l’importanza che gli incontri del coordinamento siano itineranti per conoscere meglio di volta in volta un gruppo di base

  • sperimentare il ruolo della zona (incontro di più gruppi di base su vicinanza geografica)

 

Pausa 16.30, ripresa 17.00

 

sentiamo che dobbiamo essere accompagnati in questo cammino.

 

Tony: penso ad una persona, p. Domenico, che ha in mente questo processo di consenso, partecipazione, che ci possa accompagnare per questo anno e ad un altro paio di persone che ci affianchino nell’affrontare alcune tematiche, penso a Dotolo ad esempio.

 

Abbiamo una mappatura, costruita in questi anni, dei gruppi sul territorio. Alcuni sono presenti nel coordinamento, altri hanno espresso interesse ma non hanno mai partecipato.

 

Marta: il nostro gruppo che è relativamente nuovo in questo primo momento deve costruire soprattutto sé stesso e trovare una sua identità. Capire tra di noi cosa significa ‘spiritualità comboniana’. Dalle azioni che facciamo come facciamo vivere il Comboni nella nostra vita può essere il percorso di quest’anno e metterlo in comune con gli altri.

La maggior parte dei gruppi che gravitano attorno a Padova non si riconoscono nel dirsi laici missionari comboniani.

 

Teresa: ma perché non cercare di rafforzare lo scambio e l’incontro tra i nostri gruppi? Far crescere il senso di unità, questo è lo scopo. Da qui, ad esempio, l’idea degli incontri di zona.

Inoltre, questa ricchezza di metodo che porta p. Domenico perché non portarla a livello di base nei nostri gruppi? Il problema è che noi ancora non siamo in grado di proporlo.

 

Emma: assunzione di linguaggio comune, Tony cosa intendi?

 

Tony: poche donne che fanno un laboratorio di biscotti è comunità? La stessa parola per persone diverse ha significati diversi.

 

P. Domenico: vi state stancando a chiedervi come portare certe cose alla base. Ma non è qui il punto, forse. Noi abbiamo fatto un’Assemblea, ora dobbiamo passare un’informazione alla base, un’informazione che gli spetta. Non è ancora il momento di dare proposte verso la base. Qual è il passo da fare in questo momento affinché i gruppi possano fare un percorso?

 

P. Venanzio: diffondere gli Atti ed invitare i gruppi ad approfondire i contenuti. Poi, magari, a qualcuno non basta; invitare soprattutto i gruppi più strutturati a comunicare agli altri il proprio cammino.

 

Sr. Giuseppina: un canovaccio comune può essere quest’ultimo: presentare gli Atti. Questo input può essere necessario ad alcuni gruppi per dare forma ad una propria progettualità latente e farlo nella propria territorialità. Cosa possiamo cogliere da questi Atti per rispondere alla realtà? Evitare che un gruppo più ‘arrivato’ insegni qualcosa agli altri.

 

Emma: il tema dell’anno scorso a Bologna è stato la vita del Comboni. Quello di quest’anno è nuovi stili di vita. Daremo spazio alle testimonianze e alle esperienze.

 

P. Venanzio: regalerò a tutti i gruppi il nuovo libro sul Comboni.

 

P. Domenico a Emma: vi considerate un gruppo aperto?

 

Emma: sì.

 

P. Domenico: ad uno che arriva quest’anno gli raccontate il Comboni?

 

Emma: perché vedere le cose separate? Fa sempre parte dello stesso discorso.

 

P. Domenico: a volte noi omologhiamo le persone che entrano con il percorso che stiamo facendo in questo momento. Qual è il nostro obiettivo? Se mettere l’etichetta LMC può scoraggiare… potremmo mettere come titolo ‘gruppi che si trovano attorno alla spiritualità comboniana’. Raggiungeremmo maggiormente i nostri obiettivi? Quello che ci interessa è la spiritualità.

 

Marta: all’interno dei bilanci di giustizia quando siamo entrati c’erano gli storici del gruppo, ci abbiamo messo 3 anni per capire quello di cui parlavano. Donare il cammino fatto invece di darlo come scontato.

 

Davide: usare gli Atti come materiale divulgativo per farci conoscere.

 

Due strumenti utili: gli Atti, i questionari sull’identità.

 

P. Domenico: la proposta: lettura degli Atti che ogni gruppo organizza in autonomia. Un incontro zonale da mettere nel calendario in cui presentare gli Atti e l’attività dei gruppi che vi partecipano.

 

Sr. Giuseppina: il raccontarsi mette in relazione.

 

Tony: riaprire il questionario, magari rivederlo anche con altre domande.

 

Teresa: estrarre alcune nuove domande a partire dagli Atti.

 

P. Domenico: mettiamoci prima d’accordo su cosa vogliamo fare.

 

Claudio: confrontarci prima con i nostri gruppi su cosa vogliamo fare.

 

P. Domenico: qui sta il bello: la metodologia dal basso è molto molto più lenta.

 

Emma: cerchiamo di definire le zone. Centro: Bologna, Modena, Firenze; Sud: Lecce, Bari, Pescara; isole, Nord… I gruppi si auto organizzano nell’incontrarsi.

 

Sr. Giuseppina: tenere conto anche delle persone che si sentono orfane.

 

P. Domenico: tenere anche conto della complessità della storia del laicato.

 

Tony: per concludere dunque: 1. ripresa degli Atti del convegno in ciascun gruppo di base, in autonomia. 2. presentazione degli Atti in incontri zonali da definire (ogni gruppo si organizza con i più vicini) contattando anche chi ancora non è coinvolto in questo cammino. Questo incontro di zona andrà organizzato dopo Natale e prima di Pasqua.

 

Tony: cosa fare con il questionario?

 

P. Domenico: quello che è mancato è avere gli immaginari delle missionarie e dei missionari comboniani.

 

Tony: rinvierò il questionario a chi ancora non l’ha ricevuto o compilato. Raccoglieremo entro la fine dell’anno le nuove risposte al questionario per poi avere un nuovo rapporto più arricchito a disposizione per gli incontri zonali.

 

Claudio: le schede 2 e 3 le lasciamo da parte?

 

Tony girerà la scheda 3 a sr. Giuseppina.

 

Teresa: potremmo preparare una lettera di presentazione degli Atti per cercare di contattare i gruppi che gravitano attorno ai comboniani.

 

Claudio: richiederò ai gruppi il programma degli incontri del nuovo anno per pubblicarlo sul sito.


 

Criteri di partecipazione al coordinamento

 

Tony: partecipazione di uno o due rappresentanti per ciascun gruppo. Non si può partecipare per rappresentare sé stessi. Il rappresentante deve essere voce di una base.

 

Davide: un requisito può essere che il gruppo sia aperto; ad esempio avere un calendario incontri aperto e fruibile da chi desidera aderire.

 

P. Domenico: in questa fase non abbiamo strutture di mezzo, non ci sono le zone, ci sono basi e coordinamento. Chi non ha un gruppo deve far riferimento al gruppo più vicino.

Nessun religioso o religiosa ha l’autorità di decidere chi è laico comboniano. Ci sono molti collaboratori. Non per questo sono automaticamente LMC.

 

Dorotea: non basta frequentare una casa comboniana per definirsi laici comboniani. Deve essere una scelta.

 

P. Domenico: i gruppi nuovi che si costituiscono devono far riferimento al gruppo territoriale più vicino che a sua volta lo rimanderà poi al coordinamento.

In futuro si potrà pensare ad una rappresentanza nel coordinamento proporzionale al numero di persone per zona, ma per ora è presto.

 

P. Venanzio: con Firenze si è sdoganata definitivamente la denominazione Laici Missionari Comboniani.

 

Si decide che il coordinamento costituito rimane tale, i membri attuali non variano. In futuro i nuovi ingressi avranno come requisito l’essere voce di un gruppo di base che chiede la partecipazione al coordinamento.

 

Domenica

 

Lettura della lettera di Rosanna, assente per motivi famigliari (vedi allegato 1).

Lettura lettera invito a 22-23 ottobre incontro conoscenza reciproca dei LMC partiti e rientrati scritta da Rosanna.

Si decide che Rosanna in quanto rappresentante dei partenti nel coordinamento è già l’elemento di rappresentanza nell’incontro dei LMC rientrati.


 

Rapporto con i LMC partenti

 

Nel sito comboni.org confluiscono le esperienze dei laici europei partenti.

 

Necessità di un cammino europeo su progetti comuni in missione.

 

Incontro europeo 2-8 agosto 2012 a Verona.

 

P. Venanzio: insisterò con il responsabile europeo per fare chiarezza e chiedergli di allargare l’idea di laicato comboniano non solo ai partenti. A partire dall’incontro di Verona.

Elenco LMC dal 2003 ad oggi: Christophe e Carmela, Daniele e Silvia, Luca da Udine (Korogocho), Andrés (Congo), Andrea Manzardo (Brasile), Claudio Gori (Mozambico), Alessia e Mario (Uganda), Rosanna Braglia.

 

Attualmente in missione: Lorenzo Dalla Valle in Zambia dal 2004 (anche se non ufficialmente come LMC), Caterina Fausti, Federico e Ilaria, Maria Grazia e Marco con Francesco.

 

Attualmente una sola persona ha chiesto un percorso per la partenza: Alessandro Rigon. Sarà chiesta la disponibilità al gruppo di Padova di accoglierlo nel gruppo affinché faccia a loro riferimento.

 

P. Venanzio in collaborazione con p. Claudio preparerà un descrizione completa dei LMC partiti.

 

P. Venanzio: contatterò p. Arlindo Pinto e cercherò di capire quanto spazio per noi potrà esserci all’Assemblea di Verona “Seguendo i passi di Comboni”. Sapremo in quanti potremo partecipare.

 

Leggiamo la definizione di LMC europea indica una vocazione ad vitam e alla partenza. Sono definizioni che a livello europeo vanno discusse.

 

Sr. Giuseppina: riflessione sulla storia. Come nei religiosi non c’è differenza tra chi parte e chi non parte, così anche nei laici. Poi bisogna fare i conti con la storia; lavorare perché la distinzione finisca.

 

Commissione europea di Coimbra: diamo la disponibilità a partecipare per raccontare la nostra storia italiana. Un rappresentante del coordinamento potrebbe affiancare Rosanna. P. Venanzio ne parlerà con p. Arlindo.

 

Eileen: siamo rimasti un po’ sorpresi che il nostro gruppo attivo dal 2000 abbia saputo solo all’ultimo della partenza di Federico e Ilaria.

 

P. Domenico: la nostra forza è vivere la nostra esperienza e raccontarne la bellezza, senza mettere regole. Il coordinamento deve fare sempre riferimento alla base. Le decisioni vincolanti vanno fatte prendere alla base. Passare da un governo gerarchico a organico. I processi di base sono molto lenti. Attenzione al desiderio di affermazione.

 

Dorotea: c’è la visione condivisa del sogno dove ci sono delle comunità di base da cui parte e torna chi decide di vivere un’esperienza di missione.

 

Il racconto di Carla: una coppia di ritorno da un’esperienza di missione ha chiesto di camminare con il loro gruppo.

 

Teresa: nella storia dei LMC ci sono stati molti periodi travagliati. Un periodo in cui i missionari comboniani non facevano partire. Poi alcuni freelance. Oggi molti meno problemi che in passato. Dobbiamo andare in continuità con il passato. Leggo con un po’ di difficoltà nell’ordine del giorno ‘organizzazione economica’. I laici non possono essere convocati solo quando c’è bisogno di soldi. Chi parte è soprattutto qui, la sfida è qui.

 

Si suggerisce l’approfondimento dei “Quaderni di Limone”. Comboni è quello che siamo noi oggi.

Comboni era tutto finalizzato alla partenza, è un tema delicato all’interno dell’Istituto comboniano.

 

Tony: potremmo proporre una traccia di riflessione sul tema della partenza. Trovare uno strumento per farlo.

 

Viene deciso che Davide preparerà una scheda per riflettere sul tema della partenza dei LMC, sarà una bozza poi da sistemare con il contributo di tutti.

 

P. Domenico: fondamentale condividere l’informazione. E rendere protagonista la base.

 

Davide propone il racconto del rapporto del gruppo di Venegono con la partenza. Le difficoltà di non avere un progetto chiaro su cui far confluire chi desidera partire. Il ricordo del 2004-2005 in cui ad esplicite richieste nessuna partenza possibile. L’esempio di Massimo nel 2006, infine partito con i guanelliani.

 

Lettura della lettera dal Mozambico scritta da Carlos Barros, coordinatore LMC in Mozambico: chiede alla Provincia italiana un aiuto per una presenza di laici nelle comunità di Maputo e Carapira (vedi allegato 2).

 

Il Mozambico potrebbe essere un progetto su cui convogliare le prossime partenze… ma per ora il coordinamento non è nella condizione di dare risposte. La lettera di Carlos verrà portata alle basi, per conoscenza e discussione.

 

Davide racconta l’organizzazione economica “combinazione”, associazione di volontariato onlus. Le donazioni all’associazione possono essere deducibili dalla dichiarazione dei redditi. Principali fonti di raccolta fondi: coro di animazione matrimoni e celebrazioni liturgiche in genere, autotassazione dei soci. Progetti attivi: Federico e Ilaria, Marco, Maria Grazia e Francesco, CEDHOR (Brasile), Casa del Bambino (Castel Volturno). Per scelta sosteniamo progetti portati avanti da laici.

 

Tony: lo scorso anno raccolta per Ilaria e Federico tramite vendita libri emi e commercio equo. In passato abbiamo sostenuto progetti di missionari comboniani.

 

Carla: noi abbiamo una cassa comune divisa in 3 parti. Situazioni impreviste nel gruppo, una parte per progetti nel locale, una per progetti lontani (p. Dario).

 

Eileen: il nostro gruppo non ha mai avuto l’esperienza di una cassa.

 

Teresa: cassa comune, minima raccolta di contributi volontari che serve per le piccole necessità. Le raccolte fondi sono organizzate in tante realtà diverse. Filippo e Teresa raccolgono per il Brasile. Associazione Popoli e Culture (nato dal gruppo laici ma non sovrapponibile con il gruppo laici) finalizzata alla raccolta per l’Ecuador. Poi Sud Sudan, Benin… Molti contatti con la missione. Ospitiamo dalla missione. Impegno di portare la partenza di Marco e Maria Grazia, Federico e Ilaria alla base. Dal punto di vista economico alcune persone del gruppo sono esse stesse in difficoltà.
Per quanto riguarda i viaggi in missione, chi va si paga il viaggio e quindi a volte è visto come una penalizzazione per chi non ha le possibilità. Il progetto partito con la Caritas in Albania è visto come più accessibile da molti.

 

P. Venanzio comunica che la copertura di 3600 euro/anno inizialmente prevista per Marco in Uganda per il suo impegno nell’orfanotrofio è venuta meno perché l’associazione tedesca che doveva garantire tale somma si è tirata indietro. Proporrà che per un anno tale somma venga coperta dai missionari comboniani. Molto probabilmente non ci saranno problemi in tal senso.

 

Viene proposto che per quest’anno i gruppi che volessero in parte sostenere i progetti di “Federico e Ilaria” e “Maria Grazia e Marco” inviino i soldi tramite “Combinazione Onlus”. Tale donazione sarà deducibile.

Si decide che il prossimo incontro di coordinamento sarà il 14-15 aprile, in modo da poter valutare i risultati emersi dagli incontri di zona. Luogo: Venegono. P. Venanzio verificherà la disponibilità del castello. In alternativa si proverà Roma.

Lascia un commento

EmailEmail
PrintPrint