Posts Tagged ‘Açailândia’

Newsletter di Marco e Valentina

- Seminando attori (6 settembre 2015)
- A scuola dietro le sbarre (31 maggio 2015)
- Il quadro di Pasqua e la guerra dei due mondi (4 aprile 2015)
- Giù dalle nuvole (27 febbraio 2015)
- Fine d’anno in piazza (18 gennaio 2015)
- Di casa in casa (22 novembre 2014)
- Piquiá al rush finale (25 ottobre 2014)
- Porto di mare senz’acqua (9 settembre 2014)
- Profumo di terra (16 aprile 2014)
- Il traffico umano entra in Chiesa (21 marzo 2014)
- Viaggio in Africa (28 gennaio 2014)
- Laici senza frontiere (28 dicembre 2013)
- Cantiere giovani (5 novembre 2013)
- Vita di campo (24 settembre 2013)
- In cella con l’amaca (23 agosto 2013)
- Manifestazioni di strada (23 luglio 2013)
- Piquiá vuole cambiare aria (22 giugno 2013)
- Una Chiesa schierata (18 maggio 2013)
- La maledizione del ferro (18 aprile 2013)
- Vacanze finite, Açailândia riparte (15 marzo 2013)
- Ai confini della nuova parrocchia (18 febbraio 2013)
- Ospiti a Piquiá (18 gennaio 2013)

‘Polmoni d’acciaio’, vite tra i veleni dal Brasile all’Ilva di Taranto

Dall’Ilva di Taranto a Santa Cruz, quartiere di Rio de Janeiro, e Piquiá de Baixo: la lotta dei cittadini per il diritto alla salute e a una vita degna. Racconti di “resistenze locali ad ingiustizie globali”.
Leggi l’articolo sul sito dell’Espresso e vedi il video

Preghiera di Marco e Valentina – 8 maggio 2013

Grazie, Gesù, per i dubbi che non abbandonano mai la nostra esperienza di fede,

che ci spingono a non accontentarci del pezzo di strada percorso finora,

che ci portano a uscire dalle nostre certezze per restare in una relazione che si trasforma,

si arricchisce e si approfondisce nel tempo.

Donaci di non fermarci a un Libro di carta,

che racconta un passato lontano,

accessibile solo a studiosi e letterati,

ma di scoprirti vivo nelle persone che ci stanno accanto,

nella comunità con cui stiamo crescendo,

nell’ambiente che ci hai affidato perché lo custodissimo.

Aiutaci a contribuire ogni giorno a realizzare il tuo sogno

di una società più giusta,

abitata da fratelli e sorelle che si sostengono a vicenda.

Progetto di Marco e Valentina

1. Contesto

 

1.1 Il contesto sociale locale

 

La comunità in cui i laici si inseriranno si trova sulla porta d’ingresso dell’Amazzonia (“Portal da Amazônia”), un’area caratterizzata da una forte identità territoriale, con precise caratteristiche culturali e biologiche legate a un ricchissimo sistema forestale. Questo luogo è anche la frontiera conosciuta come “arco do desmatamento” (arco della deforestazione), la grande mezzaluna della devastazione che si addentra ogni anno più a nord cancellando un semicerchio alla volta la fitta vegetazione cresciuta rigogliosa per secoli.

Negli ultimi trent’anni anni Açailândia si è trasformata da città di segherie a centro chimico e siderurgico e oggi ricopre un ruolo fondamentale nella catena di estrazione-lavorazione-esportazione del ferro. La materia prima viene estratta in una miniera del Carajás, in Pará, e la destinazione finale è il porto di São Luis, dove arriva dopo avere viaggiato per 892 km su una linea ferroviaria costruita appositamente. Parte di questo materiale, circa il 10% del totale, fa tappa ad Açailândia, dove viene trasformato in ferro-gusa all’interno di alcune siderurgiche insediatesi in città nel corso degli anni (è in costruzione anche una acciaieria).

Queste industrie possono funzionare solo con molta forza lavoro e bruciando grandi quantità di carbone. La produzione del carbone necessario è effettuata destinando vasti terreni alla coltivazione di alberi di eucalipto, in grado di crescere molto velocemente in questa zona del Brasile. Gli eucalipti, però, richiedono tantissima acqua e impediscono ai contadini di utilizzare il terreno per altri scopi agricoli.

Il contesto sociale dell’area, dunque, è fortemente influenzato dalla realtà industriale, che occupa anche la maggior parte dei lavoratori della città. Nelle immediate vicinanze delle industrie siderurgiche, inoltre, è presente una comunità di persone che si è trovata costretta a convivere con i fumi prodotti e con i residui inquinanti della lavorazione del ferro. La comunità comboniana nella città svolge dunque un importante lavoro di promozione umana e culturale e di “coscientizzazione”.

Si torna…

Cari amici,

sono ormai due anni che viviamo qui ad Açailândia nel interior del Brasile. Interior in portoghese potrebbe essere tradotto in entroterra, ma in realtà qui è sinonimo di periferia: periferia rispetto alle cose che contano, che sono i grandi centri economici, politici e finanziari del Paese e anche rispetto le grandi concentrazioni di persone nelle capitali. Periferia è quasi quel numero dopo la virgola che si può ignorare. Anzi è ignorato da chi vuole dipingere il Brasile in base al suo PIL e alle sue imprese simbolo del “capitalismo verde” (Vale e Petrobras in primo luogo)… senza parlare del carnevale, della coppa del mondo e delle olimpiadi… Ma in realtà questo numero pesa e molto, per esempio sull’indice di sviluppo umano: il Brasile è la sesta economia mondiale, ma come indice di sviluppo è all’84° posto. In questo senso Açailândia è emblema di uno sviluppo inumano che ha sempre favorito la concentrazione di capitale e di terra. Il risultato è una città in cui l’educazione e la salute sono diritti accessori. È della scorsa settimana la notizia che una signora della nostra comunità (quasi una nonna adottiva per noi) è morta perché nessun medico l’ha visitata nell’ospedale pubblico. Donna Graziana tutte le volte che la incontravamo ci abbracciava con una forza inaspettata per una signora della sua età e con una tenerezza che non ci si aspetterebbe davanti alla vita dura che aveva vissuto. A dicembre si era sposata con l’uomo con il quale aveva vissuto da quarant’anni, non è mai tardi per realizzare i propri sogni. I suoi sorrisi sereni ti facevano capire che hai sempre cercato la felicità nel posto sbagliato…

Relazione 1° anno di missione di Ilaria e Federico

Breve resoconto del primo anno di esperienza dei Laici Missionari Comboniani inseriti nella comunità Açailândia-Piquiá in Brasile

 

Il contesto che abbiamo trovato

Ad Açailândia, nel Maranhão, l’esperienza di collaborazione con i laici missionari comboniani (LMC) viene da lontano: quindici anni fa due laiche spagnole hanno fondato insieme ai missionari comboniani il ‘Centro de Defesa da Vida e dos Direitos Humanos‘ (CDVDH) e installato la Pastoral da Criança (pastorale dell’infanzia) nella città. Dieci anni fa un terzo laico spagnolo ha cominciato la sua esperienza, che dopo molta insistenza ha permesso la fondazione della scuola agraria ‘Casa Familiar Rural‘ (CFR).

Il nostro arrivo in Brasile risale a marzo 2010, un anno fa, dopo un periodo di formazione iniziato con il GIM (2004-2007), seguito da una visita in Brasile (2008) e concluso dopo quasi un anno (2009) di permanenza nella comunità di famiglie di ACF (Associazione Comunità e Famiglia) del Castellazzo a Basiano (MI). In questo periodo abbiamo anche frequentato il corso del Centro Unitario Missionario a Verona.

Condivisione di Federico e Ilaria – 5 settembre 2010

Lc 14,25-33

Siccome molta gente andava con lui, egli si voltò e disse: «Se uno viene a me e non odia suo padre, sua madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Chi non porta la propria croce e non viene dietro di me, non può essere mio discepolo.

Chi di voi, volendo costruire una torre, non si siede prima a calcolarne la spesa, se ha i mezzi per portarla a compimento? Per evitare che, se getta le fondamenta e non può finire il lavoro, tutti coloro che vedono comincino a deriderlo, dicendo: Costui ha iniziato a costruire, ma non è stato capace di finire il lavoro. Oppure quale re, partendo in guerra contro un altro re, non siede prima a esaminare se può affrontare con diecimila uomini chi gli viene incontro con ventimila? Se no, mentre l’altro è ancora lontano, gli manda un’ambasceria per la pace. Così chiunque di voi non rinunzia a tutti i suoi averi, non può essere mio discepolo.

 

(Sapienza 9,13-18 – Salmo 89)

Progetto di Federico e Ilaria

1. Contesto


1.1. Il contesto sociale locale

La comunità in cui i laici si inseriranno si trova al “Portal da Amazônia”: sulla porta d’ingresso dell’Amazzonia, porta che in molti desiderano chiudere lasciando alle spalle identità territoriale, appartenenza culturale e biologica al ricchissimo sistema forestale, fatto di gente, di terra e di acqua, di vita pulsante. Questo luogo è anche la frontiera che qui chiamano “arco do desmatamento”, la grande mezzaluna della devastazione che si addentra ogni anno più a nord, cancellando un semicerchio alla volta quello che la vita ha intessuto per millenni. Açailândia negli ultimi venti anni si è trasformata: da città di segherie è diventata un centro siderurgico e chimico. La città infatti ricopre un ruolo fondamentale nella catena di estrazione-lavorazione-esportazione del ferro proveniente dalla vicina miniera del Carajás in Pará. Il ferro grezzo viene trasportato dalla miniera al porto di São Luis tramite una linea ferroviaria lunga 892 Km. Ad Açailândia si trovano diverse industrie siderurgiche che lavorano il ferro trasportato dal treno trasformandolo in ferro-gusa pronto per essere esportato. La produzione richiede forza lavoro e grandi quantità di carbone. La produzione del carbone viene effettuata coltivando grandi terreni con alberi di eucalipto. Questo albero infatti ha la caratteristica di essere adatto al tipo terreno nella zona e di crescere molto velocemente, d’altra parte però richiede moltissima acqua e rende il terreno non utilizzabile per altri scopi agricoli. Il contesto sociale che si è creato è molto determinato dalla realtà industriale che occupa la maggior parte dei lavoratori della città. È inoltre caratterizzato da un contesto abitativo molto semplice sorto anche nelle immediate vicinanze delle aziende siderurgiche e quindi contaminato da fumi e dai residui inquinanti della lavorazione del ferro. La comunità comboniana nella città svolge un importante lavoro di promozione umana e culturale e di coscientizzazione.