Incontro tra laici missionari

Milano, 8 ottobre 2011

 

 

Presenti: Luisa e Maurizio Mazzoleni (Pime), Paolo Volta (Saveriani), Fabio Limonta e Raffaella Besana (Consolata), Samuele Gallazzi e Silvia Lombardi (Comboniani).

 

Ci incontriamo nuovamente per approfondire la conoscenza reciproca su tematiche specifiche come i percorsi formativi, la tipologia di presenza in Italia e all’estero, e come si vive la collaborazione all’interno degli Istituti.

 

 

Cammini formativi

 

Luisa e Maurizio Mazzoleni:

 

L’ALP è di per un cammino formativo, non è una convivenza che permette di allacciare legami che vengono mantenuti durante e dopo l’esperienza missionaria.

Non c’è un momento in cui si fa una promessa per l’adesione ad un gruppo. Forse perché gli stessi religiosi non hanno vita di comunità in questo Istituto.

La formazione è sempre stata impartita dai missionari del PIME, ma si vorrebbe ampliare le vedute invitando relatori esterni anche per recuperare quella rete di relazioni in ambito missionario (CUM, Centro missionario diocesano).

Fino ad ora il cammino formativo è seguito da un padre spirituale, una psicologa, una biblista e il rettore del seminario minore. Chi aderisce al contratto formativo dell’ALP stenderà un progetto di vita con una parte di approfondimento biblico, una parte di carisma del PIME e durante i 2 anni di cammino, a metà esperienza, farà visita ad un luogo di missione e conoscenza del missionario che può essere quello che lo accoglierà (i missionari del PIME restano nello stesso posto per molti anni), ma non necessariamente. L’aspetto socio-politico-culturale non viene affrontato e nella maggioranza dei casi è sempre stato integrato dal percorso del CUM.

 

Paolo Volta:

 

I laici saveriani hanno un cammino formativo volto all’ingresso in fraternità che si basa sulle tematiche di laicità, missionarietà e carisma saveriano. L’anno scorso si è affrontato il tema eucaristico per la concomitanza con il convegno eucaristico. La formazione è basata su schede aggiornate negli anni e preparate dai laici stessi. C’era in passato un momento in cui si stabiliva l’ingresso in fraternità, ma ritenuto troppo formale è stato abbandonato. Ora si vorrebbe riprenderlo.

Per la formazione permanente del gruppo la tematica si stabilisce di anno in anno e a quasi tutti gli incontri formativi c’è la presenza di un padre saveriano.

Per la partenza il cammino formativo prevede l’approfondimento della lingua e della cultura locale, oltre all’accompagnamento spirituale (da parte di un religioso o di una famiglia) e la visita al luogo di missione soprattutto per famiglie con figli.

Non ci sono criteri senza i quali non apriamo la porta se non quello di avere una fede matura. In comunità abbiamo il caso di una coppia che si sta separando e di una convivenza, ma non abbiamo mai pensato di allontanarli. Altra cosa sarebbe per la partenza: il separato per la Chiesa non è un peccatore finché non si risposa, mentre la convivenza in missione potrebbe suscitare qualche problema.

Ogni anno visito Goma dove sono stato con i laici saveriani. Quest’anno sono venuti anche laici provenienti da Macomer (NU), Desio (MB), Parma e Salerno.

 

Fabio Limonta, Raffaella Besana:

 

Viene illustrato lo schema discernimento e formazione al laicato e alla partenza.

Ogni comunità decide il modo e il tempo di come presentare i nuovi ingressi in comunità con un gesto o una promessa durante una celebrazione comunitaria. Ultimamente si sta valutando il significato di questo gesto perché alcune persone che avevano fatto la promessa sono uscite e chi non l’aveva fatta è rimasto.

Abbiamo una coppia che si sta separando, ma non ci siamo posti il problema, che possano o meno far parte della comunità. In Colombia una donna separata aveva espresso il desiderio di partire e un missionario eccepì sull’esempio che poteva dare, così una laica ha ribattuto che anche i religiosi a volte non sono di buon esempio.

 

Samuele Gallazzi, Silvia Lombardi:

 

Il primo passo formativo per giovani dai 20 ai 30 anni sono i percorsi GIM.

I cammini formativi permanenti per noi laici sono strutturati di anno in anno.

Chi si avvicina al nostro gruppo viene prima invitato ad una cena in famiglia e poi introdotto agli incontri mensili.

La formazione permanente è autogestita. Negli ultimi 2 anni abbiamo impostato gli incontri con il metodo della Lettura popolare della Bibbia con l’aiuto di un esperto laico, Oscar. Il primo anno è stato guidato da lui; già il secondo anno una coppia di noi lo ha affiancato nella preparazione e direzione della lettura perché ci piacerebbe recuperare quel senso di autonomia formativa.

In questo ultimo anno abbiamoaccompagnatouna famiglia partente.

 

 

Tipologia di presenza in Italia e all’estero

 

Pime

 

L’ALP è formato da un gruppo di persone che si incontra una volta al mese per 2 anni per formarsi alla partenza ed è guidato da un direttivo composto da 4 laici e 1 sacerdote. I laici devono rispondere a certi criteri (partenza…) e sono tutti nominati dal superiore regionale; stanno in carica 2 anni e presentano annualmente il piano di lavoro.

Per la partenza si firma un accordo tra volontario e PIME, dove si stabilisce quanto mette il padre che accoglie e quanto l’ALP, ma la quota ALP viene data dalla Regione Italia. Il PIME non vuole un’associazione o una onlus.

 

Saveriani

 

I missionari saveriani hanno diversi gruppi nati nelle loro comunità in seguito ad un percorso formativo per giovani che si chiamavasequela, dal quale uscirono poche vocazioni religiose, ma sorsero i gruppi laicali.

Grazie alla formazione abbiamo trovato un’identità comune.

I gruppi inizialmente distanti hanno formato un coordinamento nazionale ed esiste anche una fraternità in Spagna, con laici in Messico. Siamo quasi 50 (quasi tutte famiglie).

L’Istituto appoggia i gruppi laicali, ma li considera autonomi.

Per la partenza si firma una convenzione tra il presidente del laicato e il superiore regionale ricevente. Colui che parte riceve dalla comunità un contributo mensile.

 

Comboniani

 

In Italia esistono più gruppi di laici nati in modo autonomo ed eterogenei, ma da 2 anni si sta cercando una sintesi nazionale partendo dall’identità.

 

Consolata

 

Importanza della comunità prima, durante e dopo il servizio in missione.

Spiegazione dei 3 accordi firmati da noi.

 

 

Ha senso una distinzione tra Istituti specificamente missionari?

 

Le differenze sono minime e non sostanziali. Il carisma rimane un dono, chi lo ha avuto con la Consolata, chi con i combonianie con questo dono riceve l’opportunità di una vita spesa cristianamente. Forse basterebbe un unico Istituto missionario, ma per motivi di tempo, esperienza, strutture non si raggiunge l’unità. C’è però differenza dagli Istituti contemplativi e caritativi.

 

Proviamo a porci un obiettivo: un incontro nazionale con momenti di formazione e di condivisione. Periodo indicativo settembre 2012.

Spunti: “Laici missionari alla luce del Concilio Vaticano II” o “A 50 anni dal Concilio”; spazi aperti a tutti (conferenze) e spazi solo per laici missionari (laboratori, condivisioni).

 

Per la prossima volta ognuno di noi contatterà gli altri gruppi laicali.

Maurizio: Cam to me onlus, laiche collegate alle Missionarie dell’Immacolata.

Fabio: laici collegati alle Suore Missionarie della Consolata.

Paolo: laici collegati alle Missionarie di Maria.

Samuele: verifica se ci sono gruppi in contatto con le Missionarie Comboniane.

 

A Silvia piacerebbe affrontare il tema finanziario per chi parte.

 

 

Prossimo incontro sabato 14 gennaio 2012, alle ore 15 presso i missionari comboniani - via delle Missioni, 12 - Venegono Superiore (VA).

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