Incontro 11 novembre 2012 – Catechesi

Credere in Gesù, il Signore!

 

Mosè infatti descrive la giustizia che viene dalla legge così: L’uomo che la pratica vivrà per essa. Invece la giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire nel tuo cuore: Chi salirà al cielo? Questo significa farne discendere Cristo; oppure: Chi discenderà nell’abisso? Questo significa far risalire Cristo dai morti. Che dice dunque? Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della fede che noi predichiamo. Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l’invocano. Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. (Rm 10,5 -13)

Nessuno può dire “Gesù è il Signore” se non è veramente guidato dallo Spirito Santo. (1Cor 12,3)

Confessare che Gesù è il Signore non è solo pronunciare una formula, ma attingere il segreto della sua persona, proclamare la sua divinità, aderire a lui nella fede e nell’amore; e ciò non è possibile senza la grazia dello Spirito Santo.

 

Chi è questo Gesù?

Egli è immagine del Dio invisibile,
primogenito di tutta la creazione,
perché in lui furono create tutte le cose
nei cieli e sulla terra,
quelle visibili e quelle invisibili:
[…] Tutte le cose sono state create
per mezzo di lui e in vista di lui.
Egli
è prima di tutte le cose
e
tutte in lui sussistono.
Egli è anche
il capo del corpo, della Chiesa.
Egli è principio,

primogenito di quelli che risorgono dai morti,
perché sia lui ad avere il
primato su tutte le cose.
È piaciuto infatti a Dio
che abiti in lui tutta
la pienezza
e che
per mezzo di lui e in vista di lui

siano riconciliate tutte le cose,
avendo
pacificato con il sangue della sua croce
sia le cose che stanno sulla terra,
sia quelle che stanno nei cieli.
(Col 1,15-20)

 

Il fascino di Gesù

Il figlio dell’uomo

Con l’avvento di Gesù nella nostra carne mortale, Dio interviene nuovamente e profondamente nella nostra realtà umana. Gesù manifesta la paternità e la figliolanza: (Gv 5,19-26. Dio è la fonte della vita e ha dato anche al Figlio di essere la fonte della vita).

C’è un’altra prerogativa: il legame tra Gesù figlio di Dio e Gesù figlio dell’uomo (“si è fatto uomo”), uomo tra gli uomini. Gesù è uno che ci somiglia! Noi siamo Figli nel Figlio.

In Lui si svolge un dialogo continuo: la conversazione di Dio con l’uomo e dell’uomo con Dio: con ogni uomo e da sempre.

 

Il volto umano di Gesù, il volto visibile del Padre: (alcuni tratti)

Cammina con noi: “Ecco io sono con voi tutti i giorni fino alla fine del mondo” (Mt 28).

Fatica: mandato dal Padre, venne come servo cercando di ritrovare ciò che era perduto. “Pur essendo di natura divina… prese la forma di servo” (Fil 2).

Gioisce: Ti ringrazio…” (Lc 10,21-24).

Ha misericordia: non solo non fu geloso e invidioso, come il figlio maggiore della parabola (Lc 15), ma anzi andò lui stesso a cercare gli smarriti e pagare il riscatto con la propria vita. E i suoi fratelli lo hanno compreso.

La fortezza: la vita sulla porta e sulla soglia: togliere i sigilli (Ap 5,1 ss).

 

La via al Padre

Io ti chiamo: ma sei Tu che mi chiami a Te. Come ti avrei parlato, se Tu non mi avessi parlato?” (al-Hallaj, mistico sufi).

Per 30 anni camminai alla ricerca di Dio, quando al termine di quegli anni aprii gli occhi, scoprii che era Lui che cercava me” (Eddin Attar, poeta persiano).

Ecco io sto alla porta e busso… cenerò con lui ed egli con me” (Ap 3,20 e Gv 14).

Incoraggia: “Sono io, non temete” (Gv 6,16-21). “Venite a me voi tutti

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