Incontro 10 novembre 2013

PREGHIERA DEL MATTINO

 

Canto iniziale: Lode e gloria a te

 

Leggiamo ognuno un capoverso:

Sii benedetto, nostro Dio,
perché hai voluto essere
il Dio che ci ha affidato
la costruzione del regno.

Liberaci dalla nostra presunzione
di essere a posto,
perché chi si sente a posto non cerca il regno,
sta bene dove sta.

Liberaci dall’incapacità di guardare sino in fondo,
dal gridare alla verità restando ambigui,
perché la verità è scomoda
e spesso disturba le nostre scelte di vita.

Liberaci dal gridare alla giustizia
restando ricchi,
perché dei poveri è il Regno di Dio.

Dal gridare all’eguaglianza
restando privilegiati,
perché siamo da sempre privilegiati.
Dal gridare alla parità senza farci vicini.

Fa’ di noi una comunità di credenti
capace di condivisione dei beni
e non solo di offerte,
capace di ascolto senza giudizio.

Rendici capaci di riconoscere i doni
che Tu hai dato ad ogni fratello,
perché questi diventino risorsa
per lui e per il contesto in cui vive.

Fa’ di noi una comunità
che possa con il suo cammino
essere segno visibile del tuo regno.

Aiutaci a trovare la strada
della solidarietà e del servizio.

Noi riconosciamo, o Dio,
nella tua domanda di servire il prossimo,
un modo totalmente nuovo di essere
e di volerci disponibili
a condividere le attese e le speranze
dei fratelli che ci stanno accanto,
perché se non riusciamo a vedere queste
non vedremo neppure quelle dei più poveri.

Aiutaci nell’impegno concreto
per una società fondata sull’amore
e non sul profitto;
sul bisogno di ciascuno
e non sullo sfruttamento dei deboli.

Donaci quindi un cuore attento,
capace di vedere e di ascoltare
quelli a cui nessuno pensa;
di sentire la loro voce
nell’indifferenza.

Ti lodiamo, Signore,
con tutti i popoli della terra
perché forte è il tuo amore per noi
e la tua fedeltà dura in eterno.

 

Viviamo in un mondo che soffre la fame d’amore. Ci sono persone che si sentono non desiderate, non amate, dimenticate, trascurate. Noi siamo tutti troppo occupati, fino al punto di non aver tempo per sorriderci l’un l’altro. Ancora meno tempo abbiamo per pregare. E meno ancora per restare uniti, per saziare il bisogno che abbiamo gli uni degli altri. Solo insieme si può portare a termine qualcosa di bello agli occhi di Dio.

(Madre Teresa)

 

Le due anfore

Ogni giorno, un contadino portava l’acqua dalla sorgente al villaggio in due grosse anfore che caricava sulle spalle, una a destra e una a sinistra. Una delle anfore, vecchia e piena di fessure, durante il viaggio, perdeva acqua. L’altra, nuova e perfetta, conservava tutto il contenuto senza perderne neppure una goccia.
L’anfora vecchia e screpolata si sentiva umiliata e inutile, tanto più che l’anfora nuova non perdeva l’occasione di far notare la sua perfezione: “Non perdo neanche una stilla d’acqua, io!”. Un mattino, la vecchia anfora si confidò con il padrone: “Lo sai, sono cosciente dei miei limiti. Sprechi tempo, fatica e soldi per colpa mia. Quando arriviamo al villaggio io sono mezza vuota. Perdona la mia debolezza e le mie ferite”.
Il giorno dopo, durante il viaggio, il padrone si rivolse all’anfora screpolata e le disse: “Guarda il bordo della strada”. “Ma è bellissimo! Tutto pieno di fiori!”, rispose l’anfora. “Hai visto? E tutto questo solo grazie a te”, disse il padrone. “Sei tu che ogni giorno innaffi il bordo della strada!”.
Siamo tutti pieni di ferite e screpolature, ma se lo vogliamo, possiamo fare meraviglie… anche con le nostre imperfezioni…

 

Riflessione personale e risonanza…

 

Preghiera finale di ringraziamento

Grazie, Signore,
per questo giorno che ci doni:
un altro giorno da non perdere,
un altro giorno per amare.

Grazie, Signore,
perché ci ami.
E per questo totale amore
ti sei spogliato della tua potenza e
hai scelto di salire sulla croce.

Grazie, Signore,
perché ti fai silenzio,
non imponi la tua volontà,
ma accetti i tempi della nostra crescita.

Grazie Signore,
perché hai affidato il mondo alla nostra debolezza,
hai messo nelle mani del tuo popolo
il destino della sua storia.

Grazie, Signore,
perché ti abbiamo incontrato nel tuo figlio
e perché tu dai la tua grazia
anche a quelli che non ti hanno incontrato.

Grazie per la gratuità di questo incontro
che non distingue, non privilegia, non dà potere.

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