Gruppi di base

I gruppi di base o “comunità territoriali”, sempre in cerca di percorsi inediti, sono luoghi di impegno sul territorio, di vocazione e formazione, di invio e sostegno di partenti.

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Giosuè, figlio di Nun, di nascosto inviò da Sittìm due spie, ingiungendo: “Andate, osservate il territorio e Gerico”. Essi andarono ed entrarono in casa di una prostituta di nome Raab. Lì dormirono.
Fu riferito al re di Gerico: “Guarda che alcuni degli Israeliti sono venuti qui, questa notte, per esplorare il territorio”. Allora il re di Gerico mandò a dire a Raab: “Fa’ uscire gli uomini che sono venuti da te e sono entrati in casa tua, perché sono venuti a esplorare tutto il territorio”. Allora la donna prese i due uomini e, dopo averli nascosti, rispose: “Sì, sono venuti da me quegli uomini, ma non sapevo di dove fossero. All’imbrunire, quando stava per chiudersi la porta della città, uscirono e non so dove siano andati. Inseguiteli, presto! Li raggiungerete di certo”.
Ella invece li aveva fatti salire sulla terrazza e li aveva nascosti fra gli steli di lino che teneva lì ammucchiati. Quelli li inseguirono sulla strada del Giordano, fino ai guadi, e si chiuse la porta della città, dopo che furono usciti gli inseguitori.

Incontro 8 novembre 2015

Una Chiesa ricca di misericordia
è una Chiesa che venera la vita

 

Canto: Insieme come fratelli

 

Introduzione

La Chiesa deve sempre guardare all’uomo. L’uomo, il figlio di Dio.
Per la Chiesa il fine di ogni progetto deve essere quello di Dio: il bene dell’uomo suo figlio. Tutti gli uomini sono figli di Dio… (Omelia del 2 marzo 1980 di mons. Romero).

 

Preghiera iniziale

Padre, ci hai insegnato che la misericordia è l’amore che supera i limiti di chi è amato; così Tu ci ami non perché siamo perfetti ma perché siamo unici per te, con i nostri difetti, i nostri sbagli. Tu vuoi che tutti gli uomini siano felici, per realizzare il tuo sogno di un mondo dove regna la pace e la giustizia. Dio di misericordia, col tuo amore insegnaci ad amare tutti gli uomini con le loro imperfezioni e debolezze, insegnaci a far fiorire la vita in tutti gli uomini.

Incontro 11 ottobre 2015

Per una Chiesa che riconosce Cristo vivo nella realtà


Canto iniziale

 

Apri i nostri occhi, Signore, perché possiamo vedere Te nei nostri fratelli e sorelle.
Apri le nostre orecchie, Signore, perché possiamo udire le invocazioni di chi ha fame, freddo, paura, e di chi è oppresso.
Apri il nostro cuore, Signore, perché impariamo ad amarci gli uni gli altri come Tu ci ami.
Donaci di nuovo il tuo Spirito, Signore, perché diventiamo un cuore solo ed un’anima sola, nel tuo nome.
Amen.

(Madre Teresa di Calcutta)

Sono andata nella terra delle aquile…

Al rientro della nostra permanenza in Albania, non riuscivo a mettere in ordine tutte le emozioni vissute, neanche a lasciare le impressioni e i ringraziamenti per le motrat (“suore”) sul libro dove gli altri avevano scritto le sensazioni personali di quel luogo.
Sentivo tutto ovattato e gelatinoso, come se da una parte volessi ricordare, mentre dall’altra volevo cancellare la sofferenza provata nell’incontro con la donna, il bambino, l’uomo, profanati nella dignità di creature umane e divine. Anche a parlarne con gli altri mi sembrava quasi di violare l’intimità ferita di questo popolo.
Dal cuore pungenti lacrime stillano di dolore e di nostalgia per i volti conosciuti e lasciati, volti cari e segnati, volti coronati di fiero orgoglio per l’appartenenza ad un popolo di antiche tradizioni.
Albania, antica Illiria, ricca di cultura, di sentimento religioso. Shqipëri, che significa “Nido delle aquile”, dimenticata nella sua sudditanza turca, soffocata dalle mire degli stranieri e infine stritolata dalla dittatura. Uomini e donne di alti valori spirituali e civili, vennero travolti e annientati nel corpo e nello spirito.

Ritiro 13-14 giugno 2015

La gioia e la bellezza di essere cristiani e missionari, è la frase che può sintetizzare quanto abbiamo vissuto nel ritiro dei giorni 13 e 14 di giugno. Ci siamo trovati una ventina di laici comboniani dei gruppi di Bologna e Firenze presso la Casa per la Pace di Pax Christi a Firenze. Il tema dei due giorni era: “Discepoli, missionari, comboniani in cammino”.

E l’immagine del cammino ci ha accompagnati nelle riflessioni, condivisioni, preghiere. Un cammino non facile, spesso in salita e faticoso, ma che dona senso e sapore alla nostra vita e vocazione.

Ci ha accompagnato in questo cammino p. Giorgio Padovan, ritornato da pochi mesi dalla missione in Brasile. Ci ha aiutati, in modo semplice, profondo e missionario, sul nostro cammino di uomini e donne, sulla vocazione battesimale, sull’amore per la missione. Questo sempre a partire dalla nostra vita e realtà, dalla Parola di Dio, dalla vita missionaria e alla luce di S. Daniele Comboni.