Gruppi di base

I gruppi di base o “comunità territoriali”, sempre in cerca di percorsi inediti, sono luoghi di impegno sul territorio, di vocazione e formazione, di invio e sostegno di partenti.

Report Lampedusa, 4 e 5 giugno 2011

Sono lì, chi seduto, chi conversa, chi è solo, ci guardano, accenniamo un saluto, qualcuno risponde ed accenna persino un sorriso. È il CIE di Lampedusa. Ad Imbriacola, comprese donne e bambini sono circa 200. C’è calma, ma solo apparente: veniamo a sapere di atti di autolesionismo per non essere rimpatriati, di aggressioni a forze dell’ordine, di etnie tenute attentamente separate per garantire la pacifica convivenza.

Apprendiamo che nei giorni dell’“invasione” accanto ai lampedusani che si prodigavano per aiutare i migranti, tanti si sono rinserrati in casa od hanno vissuto quei giorni proprio come un’invasione. Testimoni raccontano di porte sfondate, finestre in frantumi, altri ci dicono di uomini e donne arrivati decentemente vestiti e in pochi giorni trasformatisi in barboni, qualcuno li ha accolti in casa, tanti li hanno aiutati. Ricambiavano con un sorriso.

Dalla viva voce del responsabile della guardia costiera in quei giorni, veniamo a sapere che il rifiuto di alcuni isolani è consistito anche nell’impedire l’attracco dei mezzi della guardia costiera con sopra decine di migranti salvati in mare; quando l’imbarcazione non riusciva ad ormeggiare e, quindi, tentava di raggiungere l’altro lato della banchina, da qual lato si spostavano, correndo, quanti si opponevano allo sbarco, il tutto per ore ed ore.

Ovunque pattuglie delle forze di polizia, isola attentamente sorvegliata, che sia per questo che i turisti non arrivano? Nella notte del 4 giugno 5 migranti minorenni vengono fermati in via Roma con un ingente, forse esagerato, spiegamento di mezzi ed uomini, sono quindi perquisiti, rispediti nel CIE.

Nessuno sbarco il 4 e 5 giugno 2011.

Segnaliamo e ci fa piacere che l’Arcivescovo di Agrigento, don Franco, in questi due giorni sia stato a Lampedusa (si fermerà anche oltre) ed, ancor di più, che nell’omelia della scorsa domenica, così abbia detto: “Andate a votare. Ricordate che l’acqua è un bene di tutti”.

 

Anna Rita e Angelo Piraneo

laici missionari comboniani Agrigento

Incontro con p. Andrés Tamayo

14 aprile 2011 – Arriviamo ad Agrigento a notte fonda, domani giornata “campale”.

15 aprile 2011 – Al mattino siamo al Liceo Classico “Empedocle”, ci sistemiamo e pian piano arrivano i ragazzi e le ragazze e qualche professore che riempiono l’aula magna. Inizia Daniele che pone l’accento su come in Honduras al momento ci siano due mondi: il mondo falso di cui si ha notizia perché chiamato “isola dei famosi”, con finti naufraghi che vivono su una spiaggia attentamente difesa dalla polizia, ed il mondo reale fatto da un potere che schiaccia ed opprime, che uccide, da un livello enorme di povertà, da diritti umani violati, vicende di cui poco si conosce. Segue il film che descrive gli avvenimenti accaduti negli ultimi anni, con immagini di repressione, di violenze sugli indifesi, e che mostra l’anelito di giustizia e di libertà di un popolo. C’è silenzio nell’aula, i ragazzi e le ragazze sono attoniti. Prende la parola Andrés, ma prima una televisione locale vorrebbe intervistarlo, eppure lui dice di no perché il suo posto e lì fra gli studenti. Parla della sua vita, di ciò che succede in Honduras; parla di come dopo il colpo di Stato del 2009 il “potere” ha più volte tentato di zittirlo, di ucciderlo. Dice che il suo posto è in Honduras, con il “pueblo”, per marciare insieme a loro, per difenderlo, per lottare per la giustizia sociale. Andrés afferma di essere stato allontanato dal Paese dopo essere stato uno dei più vicini collaboratori del legittimo Presidente Manuel Zelaya con cui ha passato giorni asserragliato nell’ambasciata brasiliana di Tegucigalpa. Ha visto molti amici morire sotto i colpi dei cecchini inviati dall’illegittimo Presidente Micheletti, messo lì dagli Usa e dalle multinazionali straniere. Mostra un’immagine con diversi volti e si sofferma, in particolare, sul volto del militare responsabile di brutali repressioni e del Cardinale Maradiaga, Presidente di Caritas Internationalis e considerato papabile dopo Giovanni Paolo II, che vuole tenere la chiesa honduregna separata dalle problematiche sociali. Oggi l’Honduras rischia di diventare uno stato serbatoio per le grandi nazioni, soprattutto per gli Usa, e per le multinazionali che vogliono così impossessarsi delle risorse del Paese. Andrés è convinto che lottando le cose possano cambiare.

Incontro 27 febbraio 2011

Memoria degli incontri di dicembre e gennaio: il nome di Dio

 

Ambientazione: un tappeto di terra, una candela a simboleggiare il roveto ardente.

Durante la lettura di quanto segue verranno piantati nella terra i cartellini dei tre nomi di Dio incontrati: El Shaddai, El Roi, Jahvè.

A dicembre con le Matriarche e i Patriarchi, abbiamo visto la figura di un Dio che accompagna i clan durante le loro migrazioni e li benedice con il dono di nuovi pascoli, che sono la vita per le greggi e quindi per il clan stesso. Dio/vita/clan sono un trinomio inscindibile.

Quando Abram ebbe novantanove anni, il Signore gli apparve e gli disse: “Io sono Dio l’Onnipotente: cammina davanti a me e sii integro. Porrò la mia alleanza tra me e te e ti renderò molto, molto numeroso”. Subito Abram si prostrò con il viso a terra e Dio parlò con lui: “Quanto a me, ecco, la mia alleanza è con te: diventerai padre di una moltitudine di nazioni. Non ti chiamerai più Abram, ma ti chiamerai Abramo, perché padre di una moltitudine di nazioni ti renderò. E ti renderò molto, molto fecondo; ti farò diventare nazioni e da te usciranno dei re. Stabilirò la mia alleanza con te e con la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione, come alleanza perenne, per essere il Dio tuo e della tua discendenza dopo di te. La terra dove sei forestiero, tutta la terra di Canaan, la darò in possesso per sempre a te e alla tua discendenza dopo di te; sarò il loro Dio”. (Gen 17,1-8)

Incontro 14 novembre 2010 – Preghiera del mattino

Spiritualità come incontro con Dio e l’umanità

(Gv 3,1-21 Gesù e Nicodemo; Gv 4,1-42 Gesù e la Samaritana;

Lc 4,1-32 Le tentazioni e la scelta di Gesù)

 

 

Introduzione:

Gesù è venuto per mostrarci che Dio è il Padre di tutti, rispetto al quale siamo tutti figli:

  • Non come Dio mio, senza che sia anche il tuo

  • Non come Dio nostro, senza che sia anche loro

 

 

Canto iniziale

Percorso di formazione 2010-2011

Dal Dio di Gesù, al Gesù della comunità


Scarica il volantino

Incontro 17 ottobre 2010 – Preghiera del mattino

O Dio vieni a salvarci

Signore vieni presto in nostro aiuto

Gloria al Padre…

 

 

Canto

 

 

Inno

 

O Trinità beata,

Roveto inestinguibile

oceano di pace,

di verità e di amore,

la Chiesa a te consacra

ravviva in noi la gioia

la sua lode perenne.

dell’àgape fraterna.

Padre d’immensa gloria,

o principio e sorgente

Verbo d’eterna luce,

della vita immortale,

Spirito di sapienza

rivelaci il tuo volto

e carità perfetta.

nella gloria dei cieli.

Amen.