Gruppi di base

I gruppi di base o “comunità territoriali”, sempre in cerca di percorsi inediti, sono luoghi di impegno sul territorio, di vocazione e formazione, di invio e sostegno di partenti.

Incontro 13 maggio 2012 – Preghiera del mattino

La famiglia cristiana è tale se è missionaria (Evangelizzazione)


Introduzione: La famiglia è il luogo propizio per l’apprendimento della cultura del perdono, della pace e della riconciliazione. In una sana vita familiare si fa esperienza di alcune componenti fondamentali della pace: la giustizia, l’amore tra fratelli e sorelle, la funzione dell’autorità espressa dai genitori, il servizio amorevole ai membri più deboli perché piccoli o malati o anziani, l’aiuto vicendevole nelle necessità della vita, la disponibilità ad accogliere l’altro e, se necessario, a perdonarlo. Per questo la famiglia è la prima educatrice alla pace. (Dall’Esortazione Apostolica Post-sinodale Africae Munus)

 

 

Canto iniziale: San Damiano

 

 

Salmo (26)

 

Ascolta, Signore, la mia voce

e la voce di tutti i popoli della terra.

Io grido: abbi compassione e rispondimi.

Nel profondo del mio cuore sento il desiderio

di cercare il tuo volto, contemplarlo e lasciami stupire.

Il tuo volto, Signore, io cerco.

 

Non nascondermi il tuo volto,

non privarmi di questo mio desiderio.

Sei tu l’unico che mi può aiutare,

dammi forza, non abbandonarmi,

Dio amante della vita e dell’uomo.

 

Mostrami, Signore, la tua via,

guidami sulle strade del mondo;

scomodami dalle false sicurezze

e conducimi dove c’è sete di verità e giustizia.

 

Cerco i lineamenti del tuo volto

nei volti delle persone incontrate;

non nascondermi il tuo volto

e aiutami a riconoscerlo nei crocifissi della storia,

nei volti sfigurati per le lacrime e il dolore,

in quelli sofferenti per la fame e la guerra,

in quelli tristi perché hanno perso ogni speranza,

in quelli arrabbiati perché hanno fame e sete di giustizia.

 

Sono certo di contemplarlo e riconoscerlo,

perché tu rinfranchi il mio cuore, mi riempi di coraggio,

mi inviti a riconoscerti ed amarti in ogni fratello e sorella

che incontro nel cammino della vita.

Incontro 13 maggio 2012 – Catechesi

La famiglia cristiana è tale se è missionaria

 

Rm 10,5-15

 

Alcune previe condizioni perché una famiglia si consideri cristiana:

 

Adesione a Cristo: implica sequela, opzione fondamentale verso il Signore Gesù.

Che dice dunque? Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della fede che noi predichiamo. Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. (Rm 10,8-10)

 

Adesione alla Chiesa come strada, strumento, itinerario (non unico), al Vangelo.

Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? E come potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta scritto: Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene! (Rm 10,14-15)

 

Adesione ai valori del Regno che è più ampio della Chiesa.

Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l’invocano. Infatti: chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. (Rm 10,12-13)

Piccoli missionari crescono

S. Daniele Comboni”, si chiama così il gruppo di ministranti nato lo scorso 22 aprile presso la parrocchia S. Maria degli Angeli di Agrigento.

Si è voluto così chiamarlo perché i piccoli chierichetti seguano il suo carisma, cioè crescano nella fede e camminino con spirito missionario verso i più deboli.

I bambini e le bambine ministranti nel percorso di formazione al ministero sono stati seguiti dai laici missionari comboniani di Agrigento, nella convinzione che l’adesione al Vangelo e il far dono di sé stessi debba aver inizio dalle giovani generazioni.

Si tratta di 12 ragazzi/e di età compresa fra 7 e 12 anni che serviranno Messa e che, come hanno voluto sottolineare al convegno diocesano ministranti del 25 aprile, sicuramente svilupperanno un cuore grande da donare al fratello.


Anna Rita e Angelo Piraneo

laici missionari comboniani Agrigento

Incontro 28-29 aprile 2012

Luogo dell’incontro: Baone (PD) – casa di Domenico e Maria.

Presenti: Enrico e Susi, Mario e Carla, Giancarlo e Martina, Domenico e Maria.

 

Sabato 28

  • Accoglienza, saluti, assaggio biscotti di Maria.

  • Momento iniziale di preghiera: si è letto il Vangelo della domenica, si è ascoltata la video omelia di p. Alberto Maggi e lette le riflessioni di p. Silvano Fausti, e si è condivisa la propria riflessione personale.

  • Si è cercato di affrontare il tema: Come prendere una decisione condivisa.

Abbiamo provato a tracciare una modalità: prima ognuno esprime, senza essere interrotto, il proprio punto di vista; alla fine un moderatore (da decidere se interno o esterno) espone una traccia, una proposta di sintesi di tutte le posizioni a cui segue un giro di opinioni di conferma o no. L’argomento è ancora aperto.

 

Alcuni componenti del nostro gruppo si sono fermati a dormire a casa di Maria e Domenico.

 

Domenica 29

  • Momento iniziale di preghiera.

  • Lettura dei protocolli di intenti e delle lettere ai missionari comboniani dei gruppi di Venegono e Palermo.

  • Ragionamento collettivo sulla stesura del nostro protocollo di intenti.

  • Pranzo condiviso.

Condivisione su Gv 5,1-18

Vi fu poi una festa dei Giudei e Gesù salì a Gerusalemme. V’è a Gerusalemme, presso la porta delle Pecore, una piscina, chiamata in ebraico Betzaetà, con cinque portici, sotto i quali giaceva un gran numero di infermi, ciechi, zoppi e paralitici. [Un angelo infatti in certi momenti discendeva nella piscina e agitava l'acqua; il primo ad entrarvi dopo l'agitazione dell'acqua guariva da qualsiasi malattia fosse affetto]. Si trovava là un uomo che da trentotto anni era malato. Gesù vedendolo disteso e, sapendo che da molto tempo stava così, gli disse: “Vuoi guarire?”. Gli rispose il malato: “Signore, io non ho nessuno che mi immerga nella piscina quando l’acqua si agita. Mentre infatti sto per andarvi, qualche altro scende prima di me”. Gesù gli disse: “Alzati, prendi il tuo lettuccio e cammina”. E sull’istante quell’uomo guarì e, preso il suo lettuccio, cominciò a camminare.
Quel giorno però era un sabato. Dissero dunque i Giudei all’uomo guarito: “È sabato e non ti è lecito prender su il tuo lettuccio”. Ma egli rispose loro: “Colui che mi ha guarito mi ha detto: Prendi il tuo lettuccio e cammina”. Gli chiesero allora: “Chi è stato a dirti: Prendi il tuo lettuccio e cammina?”. Ma colui che era stato guarito non sapeva chi fosse; Gesù infatti si era allontanato, essendoci folla in quel luogo. Poco dopo Gesù lo trovò nel tempio e gli disse: “Ecco che sei guarito; non peccare più, perché non ti abbia ad accadere qualcosa di peggio”. Quell’uomo se ne andò e disse ai Giudei che era stato Gesù a guarirlo. Per questo i Giudei cominciarono a perseguitare Gesù, perché faceva tali cose di sabato. Ma Gesù rispose loro: “Il Padre mio opera sempre e anch’io opero”. Proprio per questo i Giudei cercavano ancor più di ucciderlo: perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio.

Condivisione su Gv 2,1-11

Il terzo giorno vi fu una festa di nozze a Cana di Galilea e c’era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Venuto a mancare il vino, la madre di Gesù gli disse: “Non hanno vino”. Gesù le rispose: “Donna, che vuoi da me? Non è ancora giunta la mia ora”. Sua madre disse ai servitori: “Qualsiasi cosa vi dica, fatela”.
Vi erano là sei anfore di pietra per la purificazione rituale dei Giudei, contenenti ciascuna da ottanta a centoventi litri. E Gesù disse loro: “Riempite d’acqua le anfore”; e le riempirono fino all’orlo. Disse loro di nuovo: “Ora prendetene e portatene a colui che dirige il banchetto”. Ed essi gliene portarono. Come ebbe assaggiato l’acqua diventata vino, colui che dirigeva il banchetto – il quale non sapeva da dove venisse, ma lo sapevano i servitori che avevano preso l’acqua – chiamò lo sposo e gli disse: “Tutti mettono in tavola il vino buono all’inizio e, quando si è già bevuto molto, quello meno buono. Tu invece hai tenuto da parte il vino buono finora”.
Questo, a Cana di Galilea, fu l’inizio dei segni compiuti da Gesù; egli manifestò la sua gloria e i suoi discepoli credettero in lui.

Incontro 12 febbraio 2012 – Preghiera del mattino

IL DIALOGO FA CRESCERE: PROFONDE RELAZIONI

 

Canto iniziale: Cantiamo questo giorno

 

Tutta la nottee poi

una strofa ciascuno, lultima la leggiamo tutti insieme; ogni due strofe cantiamo il seguente ritornello:


So che il Signor ha un cammino per noi

So che il Signor ha un cammino per noi

Se con Cristo noi vivrem ogni male vincerem

So che il Signor ha un cammino per noi.

 

Eccoci, Signore, davanti a te,

col fiato grosso, dopo aver tanto camminato.

Ma se ci sentiamo sfiniti,

non è perché abbiamo percorso un lungo tragitto,

o abbiamo coperto chi sa quali interminabili rettilinei.

 

È perché, purtroppo, molti passi,

li abbiamo consumati sulle viottole nostre,

e non sulle tue:

seguendo i tracciati involuti

della nostra caparbietà faccendiera,

e non le indicazioni della tua Parola;

 

confidando sulla riuscita delle nostre estenuanti manovre,

e non sui moduli semplici dell’abbandono fiducioso in te.

Forse mai come in questo crepuscolo dell’anno,

sentiamo nostre le parole di Pietro:

«Abbiamo faticato tutta la notte, e non abbiamo preso nulla».

 

Ad ogni modo, vogliamo ringraziarti ugualmente.

Perché, facendoci contemplare la povertà del raccolto,

ci aiuti a capire che senza di te non possiamo far nulla.

Ci agitiamo soltanto.

 

Grazie, perché obbligandoci a prendere atto

dei nostri bilanci deficitari,

ci fai comprendere che, se non sei tu che costruisci la casa,

invano vi faticano i costruttori.

 

E che, se tu non custodisci la città,

invano veglia il custode.

E che alzarsi di buon mattino, come facciamo noi,

o andare tardi a riposare

per assolvere ai mille impegni giornalieri,

o mangiare pane di sudore

come ci succede ormai spesso,

non è un investimento redditizio se ci manchi tu.

 

Il salmo 127, avvertendoci che il pane

tu ai tuoi amici lo dai nel sonno,

ci rivela la più incredibile legge economica,

che lega il minimo sforzo al massimo rendimento.

Ma bisogna esserti amici.

 

Bisogna godere della tua comunione.

Bisogna vivere una vita interiore profonda.

Se no, il nostro è solo un tragico sussulto

di smanie operative, forse anche intelligenti,

ma assolutamente sterili sul piano spirituale.

 

Grazie, Signore, perché,

se ci fai sperimentare la povertà della mietitura

e ci fai vivere con dolore il tempo delle vacche magre,

tu dimostri di volerci veramente bene,

poiché ci distogli dalle nostre presunzioni

corrose dal tarlo dell’efficientismo,

raffreni i nostri desideri di onnipotenza,

e non ci esponi al ridicolo di fronte alla storia:

anzi, di fronte alla cronaca.

 

(Tonino Bello, Parole damore)

Incontro 8 gennaio 2012 – Preghiera del mattino

LA FAMIGLIA CRISTIANA CRESCE: COME?

 

 

Il risveglio di molti uomini d’oggi è segnato da ansie e preoccupazioni per la giornata che inizia, soprattutto per la tensione dei rapporti e il peso di tante situazioni di conflitto. Pochi, invece, sanno darsi il tempo e la calma per rimettersi di fronte a Dio, attingendo da Lui la forza delle scelte e la pace dello spirito.

 

 

Canto

Incontro 11 dicembre 2011 – Catechesi

Loggi della famiglia cristiana

 

 

La chiesa domestica cammina nel tempo (Ap 12-14)

 

La famiglia (dal messaggio finale del Sinodo per lAfrica - ottobre 2010)

42. La famiglia è il «santuario della vita» e cellula vitale della società e della Chiesa. È in essa che «si plasma il volto di un popolo, è qui che i suoi membri acquisiscono gli insegnamenti fondamentali. Essi imparano ad amare in quanto sono amati gratuitamente, imparano il rispetto di ogni altra persona in quanto sono rispettati, imparano a conoscere il volto di Dio in quanto ne ricevono la prima rivelazione da un padre e da una madre pieni di attenzione. Ogni volta che vengono a mancare queste esperienze fondanti, è l’insieme della società che soffre violenza e diventa, a sua volta, generatrice di molteplici violenze».

43. La famiglia è certo il luogo propizio per l’apprendimento e la pratica della cultura del perdono, della pace e della riconciliazione. «In una sana vita familiare si fa esperienza di alcune componenti fondamentali della pace: la giustizia e l’amore tra fratelli e sorelle, la funzione dell’autorità espressa dai genitori, il servizio amorevole ai membri più deboli perché piccoli o malati o anziani, l’aiuto vicendevole nelle necessità della vita, la disponibilità ad accogliere l’altro e, se necessario, a perdonarlo. Per questo la famiglia è la prima e insostituibile educatrice alla pace». In ragione della sua importanza capitale e delle minacce che pesano su questa istituzione – la distorsione della nozione di matrimonio come pure di famiglia, la svalutazione della maternità e la banalizzazione dell’aborto, la facilitazione del divorzio e il relativismo di una «nuova etica» –, la famiglia ha bisogno di essere protetta e difesa, per poter rendere alla società il servizio che essa si aspetta da lei, cioè quello di darle uomini e donne capaci di edificare un tessuto sociale di pace e di armonia.

46. Inoltre «la missione educativa della famiglia cristiana» è «un vero ministero, per mezzo del quale viene trasmesso e irradiato il Vangelo, al punto che la stessa vita di famiglia diventa itinerario di fede e in qualche modo iniziazione cristiana e scuola della sequela di Cristo».