Lecce

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Incontro 13 gennaio 2013 – Catechesi

INCONTRO AL FUTURO: MARANATHA

 

Poi mi disse: “Queste parole sono certe e veraci. Il Signore, il Dio che ispira i profeti, ha mandato il suo angelo per mostrare ai suoi servi ciò che deve accadere tra breve. Ecco, io verrò presto. Beato chi custodisce le parole profetiche di questo libro”. Sono io, Giovanni, che ho visto e udito queste cose. Udite e vedute che le ebbi, mi prostrai in adorazione ai piedi dell’angelo che me le aveva mostrate. Ma egli mi disse: “Guardati dal farlo! Io sono un servo di Dio come te e i tuoi fratelli, i profeti, e come coloro che custodiscono le parole di questo libro. È Dio che devi adorare”. Poi aggiunse: “Non mettere sotto sigillo le parole profetiche di questo libro, perché il tempo è vicino. Il perverso continui pure a essere perverso, l’impuro continui ad essere impuro e il giusto continui a praticare la giustizia e il santo si santifichi ancora. Ecco, io verrò presto e porterò con me il mio salario, per rendere a ciascuno secondo le sue opere. Io sono l’Alfa e l’Omega, il Primo e l’Ultimo, il principio e la fine. Beati coloro che lavano le loro vesti: avranno parte all’albero della vita e potranno entrare per le porte nella città. Fuori i cani, i fattucchieri, gli immorali, gli omicidi, gli idolatri e chiunque ama e pratica la menzogna!” (Ap 22,6-15).

Incontro 13 gennaio 2013 – Preghiera del mattino

Canto: Laudato sii, Signore mio

 

 

O Dio,

portaci dalla materia alla nostra verità,

portaci dall’ignoranza alla nostra intelligenza,

portaci dalla divisione della morte alla nostra eternità.

Non smettere mai di guidarci.

Poiché manifestarti è la tua natura,

nulla spegnerà mai la tua gioia,

che si dilaterà sempre più,

espandendosi nella nostra vita,

nella nostra intelligenza,

nelle nostre case,

nell’amore, nelle fatiche della società,

senza incontrare ostacoli.

Vittoria a te, o Dio!

 

(Tagore)

Incontro 9 dicembre 2012 – Catechesi

Pronti a servire il Signore, ad aiutare i fratelli



Il fine di questa catechesi è il tentativo di non separare nel nostro immaginario l’umanità dalla divinità in Gesù come se si costituissero in Lui due persone.

 

Il “santo viaggio” (salmo 83) percorre strade d’incontro col Dio invisibile e con i fratelli visibili. Come “nessuno va al Padre se non per mezzo di Gesù” così nessuno di noi va a Gesù se è separato dagli altri fratelli.

L’incontro con Dio e con i fratelli segue gli stessi sentieri. Al dottore della legge che, con domanda capziosa, vuol sapere da Gesù qual è il primo comandamento, quindi il più importante, Gesù risponde in maniera unitaria: non scinde il fratello da Dio. È lo stesso amore, la stessa dinamica d’incontro salvifico: “il primo è ama… il secondo è simile al primo: ama…”. (cfr. Mt 22,34-40). C’è dunque una dinamica di partenza e di arrivo unica nel servizio a Dio e ai fratelli poiché “siamo membra gli uni degli altri… chiamati a offrire il sacrificio vivente santo e gradito a Dio per adempiere il nostro culto spirituale” (cfr. Rm 12,1-8). Siccome nessuno vede Dio, è in Gesù che si compie la piena fusione visibile dell’amore a Dio e ai fratelli. “Dio nessuno l’ha mai visto. Però se ci amiamo gli uni gli altri egli è presente in noi e il suo amore è veramente perfetto in noi” (1Gv 4,12). È impossibile in Gesù scindere in due l’amore. “Miei cari, amiamoci gli uni gli altri perché l’amore viene da Dio. [] Dio ha manifestato così il suo amore per noi: ha mandato nel mondo suo Figlio, l’Unico, per darci la vita” (1Gv 4,7-9). Se ami Dio, necessariamente il riscontro di questo amore è l’amore del fratello; se ami il fratello necessariamente questo amore va oltre il visibile e arriva alla sua interiorità. L’amore “anonimo”, generico, risulta vuoto. La reciprocità che s’instaura tra amante e amato ha bisogno di relazionalità.

Incontro 9 dicembre 2012 – Preghiera del mattino

In questo tempo che i potenti chiamano di pace, ignorando chi muore in Palestina come in Israele, nel Mar Mediterraneo, come in Siria e in Congo, in Nigeria, in Somalia… Padre ti chiediamo di aiutarci veramente a metterci in cammino per costruire la pace.

 

Tutti insieme: Signore della storia, rendici testimoni della vita nuova, di un cuore nuovo, un cuore posseduto dalla pace come unica e pacificante ricchezza.

 

 

Canto: Vi darò un cuore nuovo

 

 

Recitiamo a cori alterni: Cantico (Is 52,7-10)

 

Quanto è bello vedere arrivare sui monti

un messaggero di buone notizie,

che annunzia la pace, la felicità e la salvezza!

Egli dice a Gerusalemme: “Il tuo Dio regna”.

 

Le sentinelle delle città gridano forte,

esultano di gioia: perché vedono con i loro occhi

il Signore che ritorna sul monte Sion.

 

Rovine di Gerusalemme, esultate di gioia:

il Signore ha confortato il suo popolo,

egli ha salvato Gerusalemme.

 

Il Signore ha mostrato la sua divina potenza,

davanti a tutti i popoli.

Anche i popoli più lontani vedranno

come il Signore ci ha salvato.

 

Gloria al Padre e al Figlio

e allo Spirito Santo.

 

Come era nel principio, e ora e sempre,

nei secoli dei secoli. Amen.

Incontro 11 novembre 2012 – Catechesi

Credere in Gesù, il Signore!

 

Mosè infatti descrive la giustizia che viene dalla legge così: L’uomo che la pratica vivrà per essa. Invece la giustizia che viene dalla fede parla così: Non dire nel tuo cuore: Chi salirà al cielo? Questo significa farne discendere Cristo; oppure: Chi discenderà nell’abisso? Questo significa far risalire Cristo dai morti. Che dice dunque? Vicino a te è la parola, sulla tua bocca e nel tuo cuore: cioè la parola della fede che noi predichiamo. Poiché se confesserai con la tua bocca che Gesù è il Signore, e crederai con il tuo cuore che Dio lo ha risuscitato dai morti, sarai salvo. Con il cuore infatti si crede per ottenere la giustizia e con la bocca si fa la professione di fede per avere la salvezza. Dice infatti la Scrittura: Chiunque crede in lui non sarà deluso. Poiché non c’è distinzione fra Giudeo e Greco, dato che lui stesso è il Signore di tutti, ricco verso tutti quelli che l’invocano. Infatti: Chiunque invocherà il nome del Signore sarà salvato. (Rm 10,5 -13)

Nessuno può dire “Gesù è il Signore” se non è veramente guidato dallo Spirito Santo. (1Cor 12,3)

Confessare che Gesù è il Signore non è solo pronunciare una formula, ma attingere il segreto della sua persona, proclamare la sua divinità, aderire a lui nella fede e nell’amore; e ciò non è possibile senza la grazia dello Spirito Santo.

Incontro 11 novembre 2012 – Preghiera del mattino

Credere in Gesù, il Signore!

 

 

Canto iniziale

 

 

Preghiera: Ti chiamerò, Signore (Yunus Emre)

 

Con le montagne e le pietre

ti chiamerò, Signore.

Con gli uccelli all’alba

ti chiamerò, Signore. Ti chiamerò.

 

Con la luna tra le acque,

con la gazzella nel deserto,

nell’amore con i credenti,

ti chiamerò, Signore. Ti chiamerò.

 

In cielo con Gesù,

con Mosè sul Sinai,

con il bastone tra le mani,

ti chiamerò, Signore. Ti chiamerò.

 

Ho conosciuto bene il mondo,

ho abbandonato sogni e illusioni.

Con il capo scoperto e i piedi scalzi,

ti chiamerò, Signore. Ti chiamerò.

 

Yunus parla tutte le lingue.

Con gli uccelli, gli usignoli,

con quelli che amano la giustizia,

ti chiamerò, Signore. Ti chiamerò.

L’appuntamento della III domenica

Iniziativa rivolta a giovani dai 15 ai 20 anni.

Scarica il volantino

Incontro 7 ottobre 2012 – Catechesi

Beato chi decide nel suo cuore il santo viaggio. (salmo 83)

 

PRE-COMPRENSIONE

La Lettera Apostolica (Motu Proprio) “Porta fidei” dell’11 ottobre 2011 di Papa Benedetto XVI, ha indicato le date dell’Anno della fede: 11 ottobre 2012 – 24 novembre 2013.

A 50 anni dall’apertura del Concilio Vaticano II.

A 20 anni dalla promulgazione del Catechismo della Chiesa Cattolica.

Obiettivo principale di questo Anno è quello di “sostenere la fede di tanti credenti che nella fatica quotidiana non cessano di affidare con convinzione e con coraggio la propria esistenza al Signore Gesù” (Mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio Consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione).

Il contesto di crisi generalizzata è “l’espressione drammatica di una crisi antropologica che ha lasciato l’uomo a se stesso; per questo si ritrova oggi confuso, solo, in balìa di forze di cui non conosce neppure il volto e senza una meta verso cui destinare la sua esistenza” (Mons. Fisichella).

La Chiesa nel suo insieme, ed i Pastori in essa, come Cristo devono mettersi in cammino, per condurre gli uomini fuori dal deserto, verso il luogo della vita… Capita ormai non di rado che i cristiani si diano maggior preoccupazione per le conseguenze sociali, culturali e politiche del loro impegno, continuando a pensare alla fede come un presupposto ovvio del vivere comune. In effetti, questo presupposto non solo non è più tale, ma spesso viene perfino negato. Mentre nel passato era possibile riconoscere un tessuto culturale unitario, largamente accolto nel suo richiamo ai contenuti della fede e ai valori da essa ispirati, oggi non sembra più essere così in grandi settori della società, a motivo di una profonda crisi di fede che ha toccato molte persone” (n. 2, Porta fidei).

L’Anno della fede, quindi, intende essere un percorso che la comunità cristiana offre a tanti che vivono con la nostalgia di Dio e il desiderio di incontrarlo di nuovo. È necessario, pertanto, che i credenti sentano la responsabilità di offrire la compagnia della fede, per farsi prossimo con quanti chiedono ragione del nostro credere(Mons. Fisichella).

Incontro 7 ottobre 2012 – Preghiera del mattino

Canto d’ingresso

 

 

V. O Dio, vieni a salvarci.

R. Signore, vieni presto in nostro aiuto.

 

Gloria al Padre e al Figlio

e allo Spirito Santo.

Come era nel principio, e ora e sempre

nei secoli dei secoli. Amen. Alleluia.

 

 

Inno

 

O Cristo, Verbo del Padre,

re glorioso fra i santi,

luce e salvezza del mondo,

in te crediamo.

 

Cibo e bevanda di vita,

balsamo, veste, dimora,

forza, rifugio, conforto,

in te speriamo.

 

Illumina col tuo Spirito

l’oscura notte del male,

orienta il nostro cammino

incontro al Padre. Amen.

Cammino 2012-2013: La porta della fede

Incontri mensili per adulti e famiglie.

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