L’organizzazione dell’attività missionaria (Ad Gentes 28-30)
28. I cristiani, avendo carismi differenti (cfr Rm 12,6), devono collaborare alla causa del Vangelo, ciascuno secondo le sue possibilità, i suoi mezzi, il suo carisma e il suo ministero (cfr 1Cor 3,10). Tutti dunque, coloro che seminano e coloro che mietono (cfr Gv 4,37), coloro che piantano e coloro che irrigano, devono formare una cosa sola (cfr 1Cor 3,8), affinché «tendendo tutti in maniera libera e ordinata allo stesso scopo» indirizzino in piena unanimità le loro forze all’edificazione della Chiesa. Per tale ragione il lavoro dei messaggeri del Vangelo e l’aiuto degli altri cristiani vanno regolati e collegati in modo che «tutto avvenga in perfetto ordine» (cfr 1Cor 14,40) in tutti i settori dell’attività e della cooperazione missionaria.
29. Poiché il compito di annunciare dappertutto nel mondo il Vangelo riguarda primariamente il collegio episcopale il sinodo dei vescovi, cioè «la commissione permanente dei vescovi per la Chiesa universale», tra gli affari di importanza generale deve seguire con particolare sollecitudine l’attività missionaria, che è il dovere più alto e più sacro della Chiesa.
Per tutte le missioni e per tutta l’attività missionaria uno soltanto deve essere il dicastero competente, ossia quello di «Propaganda Fide», cui spetta di regolare e di coordinare in tutto quanto il mondo, sia l’opera missionaria in se stessa, sia la cooperazione missionaria, nel rispetto tuttavia del diritto delle Chiese orientali.