Agrigento

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Sono andata nella terra delle aquile…

Al rientro della nostra permanenza in Albania, non riuscivo a mettere in ordine tutte le emozioni vissute, neanche a lasciare le impressioni e i ringraziamenti per le motrat (“suore”) sul libro dove gli altri avevano scritto le sensazioni personali di quel luogo.
Sentivo tutto ovattato e gelatinoso, come se da una parte volessi ricordare, mentre dall’altra volevo cancellare la sofferenza provata nell’incontro con la donna, il bambino, l’uomo, profanati nella dignità di creature umane e divine. Anche a parlarne con gli altri mi sembrava quasi di violare l’intimità ferita di questo popolo.
Dal cuore pungenti lacrime stillano di dolore e di nostalgia per i volti conosciuti e lasciati, volti cari e segnati, volti coronati di fiero orgoglio per l’appartenenza ad un popolo di antiche tradizioni.
Albania, antica Illiria, ricca di cultura, di sentimento religioso. Shqipëri, che significa “Nido delle aquile”, dimenticata nella sua sudditanza turca, soffocata dalle mire degli stranieri e infine stritolata dalla dittatura. Uomini e donne di alti valori spirituali e civili, vennero travolti e annientati nel corpo e nello spirito.

Accendi una candela

In ricordo del naufragio del 3 ottobre 2013, avvenuto a Lampedusa ed in cui hanno perso la vita 368 Migranti, e di tutte le morti nel Mediterraneo, vi proponiamo di accendere una candela e di porla sul davanzale della finestra rivolta verso il mare.

Una Messa in loro memoria sarà celebrata venerdì 3 ottobre alle ore 18, presso la Chiesa di S. Leone (AG).

 

Anna Rita e Angelo
Laici Missionari Comboniani, Agrigento

Comboniani “en camino”

Appunti di viaggio verso Santiago de Compostela


Dal 3 all’11 agosto scorsi a fare il Cammino di Santiago, su complessivi 32 partecipanti, gli italiani siamo in sei: sr. Rosmary, Benedetta, Angelo, Delio, Lorenzo, Angelo “baffo”. L’itinerario prevede la partenza da Sarria e la percorrenza dei circa 120 km che separano quest’ultimo centro da Santiago de Compostela, con varie tappe intermedie. Siamo un bel gruppo, oltre a noi italiani ci sono gli amici di Londra, della Spagna e del Portogallo, siamo motivati ed entusiasti di vivere l’esperienza del “Camino”. Incentrato sulla figura e l’opera di S. Daniele Comboni, e in modo particolare del suo Piano per la Rigenerazione dell’Africa, sarà il tema conduttore del campo, che ogni gruppo è incaricato di sviluppare nei vari giorni del cammino.

Cammino di Santiago per giovani europei

Organizzato dalla Famiglia Missionaria Comboniana si svolgerà dal 3 all’11 agosto 2014.
Esso consiste nel percorrere a piedi il tratto di Camino che va da Sarria a Santiago de Compostela (120 km), e vede la partecipazione di giovani provenienti da diverse parti d’Europa. Non sarà un semplice trekking ma anche un cammino di ascolto, discussione, riflessione, in cui la Parola di Dio vi occupa un gran posto.

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Progetto Comboni

Presso la Scuola Media Statale “L. Pirandello” di Agrigento, si è sviluppato nel periodo 8–11 aprile 2013 il “Progetto Comboni”. L’iniziativa, inserita nella programmazione scolastica su proposta dei Laici Comboniani di Agrigento, ha visto la partecipazione delle Suore Comboniane ed ha interessato diverse classi del suddetto istituto. Nel corso degli incontri con gli studenti, sr. Mariateresa e sr. Rosmary hanno voluto far conoscere come nel continente africano molte risorse minerarie sono estremamente importanti per l’occidente e, come spesso accade, per il loro sfruttamento viene meno il rispetto delle persone e dell’ambiente, nonché come in alcuni ambiti sussistano ataviche tradizioni e credenze e come queste siano difficili da sradicare. Una particolare attenzione è stata inoltre dedicata a S. Daniele Comboni, alla sua vita, al suo pensiero, e per questo scopo gli studenti sono stati coinvolti in alcune dinamiche. Attenti e partecipi sono stati gli alunni e motivo di interesse sono stati i temi trattati anche per diversi insegnanti, giudizi favorevoli sono stati espressi pure dalla componente genitori. Esperienza dunque sicuramente positiva da riproporre perché i giovani siano portati a conoscenza di talune problematiche e, nel contempo, abbiano consapevolezza dell’attività missionaria.

 

Anna Rita e Angelo Piraneo

5° Laboratorio della Rete Interdiocesana dei Nuovi Stili di Vita

Organizzato dalla Rete Interdiocesana dei Nuovi Stili di Vita si è svolto lo scorso 16–18 novembre a Velletri (Roma), il 5° Laboratorio sul tema “Economia della Felicità”. Al laboratorio hanno partecipato diverse diocesi aderenti alla suddetta Rete Interdiocesana e, segnatamente, per la diocesi di Agrigento vi hanno preso parte alcuni componenti dell’équipe diocesana Nuovi Stili di Vita, della quale gli scriventi ne fanno parte.

Nel corso dell’incontro in parola, che ha scelto di assumere una forma laboratoriale, cioè di confronto e studio, sui temi della finanza, del bene comune, della legalità, di particolare interesse sono state le relazioni di Leonardo Becchetti e di Aurora Sarcià. Il primo, docente di economia politica presso l’Università Tor Vergata, ha in premessa evidenziato come globalmente sono comuni le questioni riguardanti la povertà, l’ambiente, la crisi del senso della vita, la crisi finanziaria, ed ha dunque svolto un’analisi sulle cause determinanti tale scenario e, quindi, sui rimedi da adottare.

Piccoli missionari crescono

S. Daniele Comboni”, si chiama così il gruppo di ministranti nato lo scorso 22 aprile presso la parrocchia S. Maria degli Angeli di Agrigento.

Si è voluto così chiamarlo perché i piccoli chierichetti seguano il suo carisma, cioè crescano nella fede e camminino con spirito missionario verso i più deboli.

I bambini e le bambine ministranti nel percorso di formazione al ministero sono stati seguiti dai laici missionari comboniani di Agrigento, nella convinzione che l’adesione al Vangelo e il far dono di sé stessi debba aver inizio dalle giovani generazioni.

Si tratta di 12 ragazzi/e di età compresa fra 7 e 12 anni che serviranno Messa e che, come hanno voluto sottolineare al convegno diocesano ministranti del 25 aprile, sicuramente svilupperanno un cuore grande da donare al fratello.


Anna Rita e Angelo Piraneo

laici missionari comboniani Agrigento

Pellegrini di giustizia in Palestina

Agrigento, 9 settembre 2011

 

Viaggiano veloci sulle autostrade di Israele i pullman carichi di pellegrini in visita dei Luoghi Santi. Anche noi, Pellegrini di Giustizia, grazie al Movimento Cattolico Internazionale per la Pace “Pax Christi”, viaggiamo per conoscere la Terra Santa, ma anche per incontrare persone e vedere luoghi normalmente al di fuori dei comuni tour. Eccolo il muro alto e grigio costruito dagli israeliani, i check-point, i divieti imposti ai milioni di persone che vivono nei territori occupati, ma ecco anche la speranza, il coraggio della resistenza pacifica, la dignità del popolo di Palestina.

Report Lampedusa, 4 e 5 giugno 2011

Sono lì, chi seduto, chi conversa, chi è solo, ci guardano, accenniamo un saluto, qualcuno risponde ed accenna persino un sorriso. È il CIE di Lampedusa. Ad Imbriacola, comprese donne e bambini sono circa 200. C’è calma, ma solo apparente: veniamo a sapere di atti di autolesionismo per non essere rimpatriati, di aggressioni a forze dell’ordine, di etnie tenute attentamente separate per garantire la pacifica convivenza.

Apprendiamo che nei giorni dell’“invasione” accanto ai lampedusani che si prodigavano per aiutare i migranti, tanti si sono rinserrati in casa od hanno vissuto quei giorni proprio come un’invasione. Testimoni raccontano di porte sfondate, finestre in frantumi, altri ci dicono di uomini e donne arrivati decentemente vestiti e in pochi giorni trasformatisi in barboni, qualcuno li ha accolti in casa, tanti li hanno aiutati. Ricambiavano con un sorriso.

Dalla viva voce del responsabile della guardia costiera in quei giorni, veniamo a sapere che il rifiuto di alcuni isolani è consistito anche nell’impedire l’attracco dei mezzi della guardia costiera con sopra decine di migranti salvati in mare; quando l’imbarcazione non riusciva ad ormeggiare e, quindi, tentava di raggiungere l’altro lato della banchina, da qual lato si spostavano, correndo, quanti si opponevano allo sbarco, il tutto per ore ed ore.

Ovunque pattuglie delle forze di polizia, isola attentamente sorvegliata, che sia per questo che i turisti non arrivano? Nella notte del 4 giugno 5 migranti minorenni vengono fermati in via Roma con un ingente, forse esagerato, spiegamento di mezzi ed uomini, sono quindi perquisiti, rispediti nel CIE.

Nessuno sbarco il 4 e 5 giugno 2011.

Segnaliamo e ci fa piacere che l’Arcivescovo di Agrigento, don Franco, in questi due giorni sia stato a Lampedusa (si fermerà anche oltre) ed, ancor di più, che nell’omelia della scorsa domenica, così abbia detto: “Andate a votare. Ricordate che l’acqua è un bene di tutti”.

 

Anna Rita e Angelo Piraneo

laici missionari comboniani Agrigento

Incontro con p. Andrés Tamayo

14 aprile 2011 – Arriviamo ad Agrigento a notte fonda, domani giornata “campale”.

15 aprile 2011 – Al mattino siamo al Liceo Classico “Empedocle”, ci sistemiamo e pian piano arrivano i ragazzi e le ragazze e qualche professore che riempiono l’aula magna. Inizia Daniele che pone l’accento su come in Honduras al momento ci siano due mondi: il mondo falso di cui si ha notizia perché chiamato “isola dei famosi”, con finti naufraghi che vivono su una spiaggia attentamente difesa dalla polizia, ed il mondo reale fatto da un potere che schiaccia ed opprime, che uccide, da un livello enorme di povertà, da diritti umani violati, vicende di cui poco si conosce. Segue il film che descrive gli avvenimenti accaduti negli ultimi anni, con immagini di repressione, di violenze sugli indifesi, e che mostra l’anelito di giustizia e di libertà di un popolo. C’è silenzio nell’aula, i ragazzi e le ragazze sono attoniti. Prende la parola Andrés, ma prima una televisione locale vorrebbe intervistarlo, eppure lui dice di no perché il suo posto e lì fra gli studenti. Parla della sua vita, di ciò che succede in Honduras; parla di come dopo il colpo di Stato del 2009 il “potere” ha più volte tentato di zittirlo, di ucciderlo. Dice che il suo posto è in Honduras, con il “pueblo”, per marciare insieme a loro, per difenderlo, per lottare per la giustizia sociale. Andrés afferma di essere stato allontanato dal Paese dopo essere stato uno dei più vicini collaboratori del legittimo Presidente Manuel Zelaya con cui ha passato giorni asserragliato nell’ambasciata brasiliana di Tegucigalpa. Ha visto molti amici morire sotto i colpi dei cecchini inviati dall’illegittimo Presidente Micheletti, messo lì dagli Usa e dalle multinazionali straniere. Mostra un’immagine con diversi volti e si sofferma, in particolare, sul volto del militare responsabile di brutali repressioni e del Cardinale Maradiaga, Presidente di Caritas Internationalis e considerato papabile dopo Giovanni Paolo II, che vuole tenere la chiesa honduregna separata dalle problematiche sociali. Oggi l’Honduras rischia di diventare uno stato serbatoio per le grandi nazioni, soprattutto per gli Usa, e per le multinazionali che vogliono così impossessarsi delle risorse del Paese. Andrés è convinto che lottando le cose possano cambiare.