L’UOMO IN CAMMINO: LA VIA MIGLIORE
I viaggi che contano: VIAGGI DELLA VITA
Il primo viaggio della vita ci apre a tutti i viaggi che seguiranno. In realtà non vengo dal nulla: il viaggio è iniziato da altri prima di me. Io sono la continuazione di questa catena; io sono il compimento e il nuovo inizio. L’albero della vita è plurimillenario!
I viaggi importanti nella Bibbia, quelli che hanno marcato di più la vita del popolo o di parte del popolo, si chiamano: Esodo, Visita. Il Pellegrinaggio poi si ritrova in tutte le grandi religioni.
“Beato chi intraprende nel suo cuore il santo viaggio” (salmo 84). I salmi del pellegrinaggio (120 – 134). La realtà è dura: “Abito straniero; molti mi hanno oppresso sin dalla giovinezza; sul mio dorso hanno arato, hanno scavato lunghi solchi” (salmo 129); “certamente ci avrebbero inghiottiti vivi” (salmo 124), ci avrebbero fatto amare la guerra e odiare la pace, considerandoci come dei giocattoli.
Gesù “itinerante”, chiesa “peregrinante”. “Sono disceso dal Padre, ora torno al Padre” (cfr. Gv 16,28). La sua è una vita di esodo: “Le volpi hanno una tana e gli uccelli hanno un nido, ma il Figlio dell’uomo non ha un posto dove poter riposare” (Lc 9,58). Ora Gesù si presenta a noi come la via: “io sono la via” (Gv 14,6). Così ha voluto la chiesa non come realtà statica, ma in attesa di divenire e trasformarsi in quella futura di cui costituisce in terra il germe e l’inizio. Proprio per questo è peregrinante (cfr. Lumen Gentium 5-7).
I Testimoni pellegrini. “Per grazia di Dio sono uomo e cristiano; per vocazione pellegrino della specie più misera, errante di luogo in luogo. I miei beni terrestri sono una bisaccia sul dorso con un po’ di pan secco e, nella tasca interna del camiciotto, la sacra Bibbia. Null’altro” (Racconti di un pellegrino russo).
Molti sentieri sono stati percorsi per camminare sulle sue tracce. Shantidas, Lanza del Vasto, discepolo di Gandhi, ha viaggiato sino alle sorgenti del Gange; avrebbe desiderato morire in pellegrinaggio. Il suo voto fu esaudito. Nella notte tra il 5 e il 6 gennaio del 1981, entrò nel regno della pace. Voleva che la sua morte fosse una festa e si compì quanto il Pellegrino aveva chiesto: “Figli miei, quando avrò reso l’anima a Dio, distendetemi sul fianco, nella tomba. Legatemi stretti ai piedi i sandali. Accomodatemi il bastone in pugno. Perché voglio essere pronto ad alzarmi quando verrà colui che deve venire”.
Papa Giovanni Paolo II, il 27 ottobre del 1986, ha inaugurato, facendo memoria del Signore Gesù, il cammino della “Missione Nuova”. Ha accolto i suoi ospiti, rappresentanti delle religioni mondiali, alla Basilica di Santa Maria degli Angeli, in Assisi; un’accoglienza rispettosa, fraterna, senza pretese di superiorità. Tutti erano sullo stesso piano e così resteranno per i vari momenti della giornata. Ha detto loro: “vengo a voi come fratello”. I rappresentanti delle religioni mondiali camminavano tutti insieme: c’è una meta in comune e possiamo sorreggerci gli uni, gli altri.
Stile di un viaggio
illuminato dalla fede,
sorretto dalla speranza,
animato dalla carità.
IN QUALE STILE MI RICONOSCO?
(prova a sostituire la parola “amore” con “denaro”)
1Quand’anche parlassi le lingue degli uomini e degli angeli, ma non ho amore, divento un bronzo risonante o uno squillante cembalo.
2E se anche avessi il dono di profezia, intendessi tutti i misteri e tutta la scienza e avessi tutta la fede da trasportare i monti, ma non ho amore, non sono nulla.
3E se spendessi tutte le mie facoltà per nutrire i poveri e dessi il mio corpo per essere arso, ma non ho amore, tutto questo niente mi giova.
4L’amore è paziente, è benigno; l’amore non invidia, non si mette in mostra, non si gonfia, 5non si comporta in modo indecoroso, non cerca le cose proprie, non si irrita, non sospetta il male; 6non si rallegra dell’ingiustizia, ma gioisce con la verità, 7tollera ogni cosa, crede ogni cosa, spera ogni cosa, sopporta ogni cosa.
8L’amore non viene mai meno; ma le profezie saranno abolite, le lingue cesseranno e la conoscenza sarà abolita, 9perché conosciamo in parte e profetizziamo in parte. 10Ma quando sarà venuta la perfezione, allora quello che è solo parziale sarà abolito. 11Quand’ero bambino, parlavo come un bambino, avevo il senno di un bambino, ragionavo come un bambino; quando sono diventato uomo, ho smesso le cose da bambino.
12Ora infatti vediamo come per mezzo di uno specchio, in modo oscuro, ma allora vedremo a faccia a faccia; ora conosco in parte, ma allora conoscerò proprio come sono stato conosciuto. 13Ora dunque queste tre cose rimangono: fede, speranza e amore; ma la più grande di esse è l’amore. (1Cor 13)
Viaggio dentro – fuori
“Alcuni finalmente si accorgono che non è a partire dalle proprie brame che si crea un mondo più vivibile per tutti, perché i desideri possono essere infiniti ma non servono se non ci aiutano a intraprendere strade che ci fanno stare meglio.
Si presenta a noi la possibilità di “ricreare” il mondo, di renderlo abitabile, ma un campo pieno di mine non può essere bonificato se qualcuno non si impegna a toglierle e non impedisce che ne vengano gettate delle altre.
Per procedere in tutto questo sono necessari due viaggi: uno verso l’interno, l’altro verso l’esterno. Tutti e due sono essenziali; un viaggio solo in una direzione è più faticoso e infine non efficace. Siamo disposti a dare una mano per questo viaggio che ci vede tutti in esodo nell’unico sentiero della vita?” (PG).
Andare a scuola dai poveri
Perché il Sud sopravvive:
Perché non ha mai perso l’arte di far funzionare il legame sociale.
Perché non mette il denaro in banca (non crea la finanza e l’accumulo) ma lo rimette in circolo ogni giorno.
Perché c’è una miriade di iniziative (tontine, cooperative, raggruppamenti femminili) dove ognuno fa qualcosa.
Perché c’è un riciclaggio immenso, dalle lattine alle grandi macchine.
Perché c’è una vita essenziale, solidale e gioiosa: “la gente non è mai troppa”.
Perché il primato non è dato al denaro ma alla relazione con la persona: “Vi ringrazio non perché mi avete portato miliardi, ma queste persone che valgono più del denaro” (Capovillaggio di Wansokou).
VIENI, SIGNORE!
Vieni Signore, vieni tra noi:
sapremo farti festa! Gioiremo con Te,
canteremo con Te, danzeremo!
Portaci l’amore… è tempo di servire!
Convertici… è tempo di cambiare vita!
Vivremo con Te, vivremo di Te
Dio della Vita.
Non più violenze…
ma la Verità!
Né armi, né guerre
ma la carità!
Con Te costruiremo un mondo di pace
Dio dell’Amore!
(Mario Ciarmoli)